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Trovesi suona...se stesso con i Mutanti Musicali
giornale di brescia edizione del 15-07-2021
“[…] si ritroveranno per la prima volta la voce-orchestra (come viene definita dalla stampa musicale di mezzo mondo) di Boris Savoldelli, il cangiante violino di Stefano Zeni, la musicalità del violoncellista Marco Remondini e, appunto, l'istrionica personalità del clarinettista e saxofonista, che, si legge in un comunicato, “si è appassionato all'eccentrica follia del trio, tanto da diventarne ospite speciale”. […]
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Clan Zingaro
Un Paese a Sei Corde edizione del 13-07-2019
[...] e di un Stefano Zeni violinista straordinario, capace di far suonare al suo violino qualsiasi melodia, qualsiasi altro strumento. [...]
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Stefano Zeni - Il Pat Metheny o Jimi Hendrix del violino midi
notodo.com (SP) edizione del 21-09-2018
Può un violino midi suonare come Jimi Hendrix, Vangelis, Pat Metheny e Al Di Meola che collaborano insieme in un album prodotto da Brian Eno? Ecco la direzione di "Orange Clouds On the Horizon", una canzone rock in cui Stefano Zeni interpreta sia Jekyll che Hyde: con un violino midi, o un violino elettrico a cinque corde, riesce a superare se stesso in un loop in cui continua ad arricchire il proprio suono. Come ci dicono dalla sua etichetta, "Il brano è la storia di un giorno piuttosto movimentato fino a quando le nuvole arancioni appaiono all'orizzonte. Anche se il brano a metà cambia atmosfera, il ritmo continua a proiettare la progressione di quel giorno in un movimento infinito ". Qui a Notodo presentiamo in anteprima esclusivamente il video dell'artista italiano, girato dal regista Gianfranco Faini nella parte sud-occidentale del Lago di Garda dove vive Stefano Zeni. (Alan Queipo)
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Stefano Zeni - Parallel Paths (Zanetti)
Rockerilla n. 457 edizione del 01-09-2018
E' assai variegato il panorama sonoro del violinista milanese Stefano Zeni, che forgia un lavoro dominato da un crossover stilistico in cui convergono jazz, fusion, ambient, world music e in cui classica e avanguardia vanno a braccetto. Nelle quindici tracce dell'opera si alternano il suono del violino acustico con quello del violino elettrico/midi a 5 corde, e il risultato è ammaliante. Ad affascinare sono i paesaggi ambientali di Intensive Care e le partiture neo-classiche di Perhaps It Will Change. In certi frangenti sembra di riascoltare l'arte di Arthur Russell, e va rimarcato che il disco funziona nella sua interezza. Interessante. (Emanuele Salvini)
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Stefano Zeni - Parallel Paths
westzeit (D) edizione del 01-07-2018
Zanetti Records
Zeni è un violinista originario di Milano. Un bravissimo violinista di Milano. Un violinista estremamente fantasioso di Milano. Uno che ci restituisce la convinzione che lo strumento a quattro corde possa suscitare molto di più di uno sdolcinato stile pseudo-classico.
Anche se lui – cosa che considero pericolosa – ha studiato jazz (a Brescia), la sua musica non ha a che fare con i meccanismi accademici, bensì è multiforme, divertente, impegnativa al punto giusto e soprattutto, di una sagace bellezza.
A parte due contributi esterni degli ospiti (rispettivamente, il vibrafono e il canto), Zeni ha suonato tutto da sé: il violino acustico così come l’”elettrico-MIDI”, il pedale Looper, gli effetti, e anche un po’ di Kazoo.
Ne risultano così raffinati schizzi minimalistici, divertenti numeri di up-tempo e qui e là, qualche sfida. Raffinato prodotto, questo.
**** (Karsten Zimalla)
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STEFANO ZENI Parallel Paths (Zanetti Records, ZR014)
bad alchemy n.99 (D) edizione del 29-06-2018
Il ricciolo Branduardi milanese, leader di una Fusionband, con il suo CD “Passaggi circolari” (2011), è un’orchestra costituita da un solo uomo, con un violino acustico, un violino midi, un looper ed effetti, che fischia, canta Scat e suona il Kazoo. Niente classica, niente jazz, niente folk o rock classico, ma semplicemente una virtuosa miscela delle possibilità dello strumento.
Anche se apprezza Jean-Luc Ponty, Bill Frisell, Weather Report o Steps Ahead, non significa che Zeni ne segua le orme.
Accanto a lui Mike Mainieri suona il suo vibrafono in “Twilight”, un brano di particolare atmosfera cui fa seguito una risonanza di musica antica con effetto elettrizzante.
Come title track Zeni sceglie un brano rock con un pizzicato chitarristico e suoni simili alla tastiera. Un looper e un falsetto che sembra femminile o voce bianca si producono nella sua giocosa Fantasia, un suono di tromba con sordina e lo Scat esaltato di Boris Savoldelli danno lo swing a “Blue Crab”, un vibrante Beat e Beatboxing si innalza in “Skipping Rope”. Poi però, Zeni cambia verso un registro più meditativo, che riflette il gioco delle luci nell’acqua o il vagare di uno sguardo pieno di pace nel blu del cielo. Laddove nega la sua predilezione per il pensiero sintetico alla natura, egli declina/canta “Aaa” e pizzica di nuovo, suona melodie popolari e gracchia sull’archetto e ritorna indietro verso i vecchi successi. Fino a che, con tutti i cinguettii possibili del violino, il suono mette a fuoco occhi languidi e pantaloncini umidi. [BA 99 rbd]
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ZENI, Stefano - Parallel Paths
musicinbelgium.net (BE) edizione del 18-06-2018
Questo è il primo disco "in solo" per il violinista italiano Stefano Zeni, che coglie l'occasione per offrire ai suoi fan e agli amanti del violino la sua percezione della musica con il suo strumento. Assistito da due ottimi ospiti, Mike Mainieri (vibrafono) e Boris Savoldelli (voce), l'artista ci porta rapidamente in un universo parallelo in cui il jazz, la musica orientale, la neoclassica ma soprattutto la musica d'avanguardia si intrecciano in un labirinto di suoni spesso sorprendenti. Il violino classico o elettrico è usato come una chitarra, un basso, un synth o anche una percussione senza dimenticare vocalizzi, loop e altri effetti sonori.
Al tempo stesso tecnica e finezza, il lavoro del violino è più sperimentale che classico. Tuttavia alcuni passaggi in cui il vibrafono fa la sua apparizione, sono più simili a un lavoro neoclassico che viene jazzato, ma la discrezione fantasmagorica rimane onnipresente in ogni momento di questo album incredibile. Pur mantenendo le strutture di base della musica classica o anche di alcune tradizioni, il violinista italiano si avventura verso altre direzioni più all'avanguardia, che alla fine danno al violino un mix classico e futuristico. Stefano Zeni che è stato ispirato da grandi nomi come Jean-Luc Ponty o Pat Metheny, offre qui un'ode al violino da una nuova angolazione, più interessante, che finalmente offre un lato progressivo a questo strumento! (Thirionet Philippe)
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Stefano Zeni - Parallel Paths
www.universumnoll.com (S) edizione del 13-06-2018
Stefano Zeni è sia un ottimo violinista che un ottimo jazzista; egli si posiziona come violinista nella parte più alta della classifica italiana ed europea.
Il nuovo album "Parallel Paths" (Zanetti Records) è per lo più jazz fusion nello stile di Ponty, dove Zeni si aggira da solo rompendo spesso gli schemi avvicinandosi artisticamente alla musica europea e all'avanguardia. Gli ospiti sono il vocalist Boris Savoldelli e il vibrafonista Mike Mainieri. Quest'ultimo incontro si traduce in musica in stile ECM. (Patrik Stigsson)
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Stefano Zeni - Parallel Paths (CD, Zanetti, Fusion, jazz, classical, avant-garde, world)
babysue.com (USA) edizione del 05-06-2018
Un'esperienza di ascolto estremamente gratificante da parte di un uomo che sembra trarre ispirazione da una vasta gamma di fonti. Difficile credere che questo sia un album di debutto (!), in quanto queste tracce sono anni luce oltre ciò che molti hanno raggiunto in decenni di carriera. Il violinista Stefano Zeni sembra creare musica per pura ispirazione. Le sue canzoni entrano e escono da vari generi eppure ... ci sono strane qualità coesive che mantengono costantemente l'attenzione dell'ascoltatore. Nel corso degli anni, Zeni ha lavorato con una schiera di artisti diversi (consulta la sua pagina web per ulteriori informazioni). La nostra ipotesi è che tutte queste precedenti esperienze siano state fondamentali per concepire Parallel Paths. C'è molto da ascoltare qui. Stefano presenta quindici tracce che arrivano a poco meno di sessantadue minuti. Il suono del violino è a dir poco impressionante. Invece di andare sul sicuro, Zeni si assume tutti i tipi di rischi con la sua musica ... a volte proponendo pura sperimentazione. Che ti piaccia il jazz, il rock, la classica o altro, troverai sicuramente qualcosa che ti stupirà. Per darti un'idea di base su cosa aspettarti, nel comunicato stampa che ha accompagnato questo album Zeni dice di essere stato influenzato da Jean-Luc Ponty, Pat Metheny, Bill Frisell, Weather Report e Steps Ahead. Ovviamente Stefano ha un gusto musicale eccellente. Ogni traccia di questo album è un esercizio di vera creatività. Da segnalare in particolare "Sit on the Fence Part 1", "Intensive Care", "World in Colors" e "Orange Clouds on the Horizon". (Don W. Seven)
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Parallel Paths by Stefano Zeni
bluesbunny.com (UK) edizione del 04-06-2018
A volte scappi dall'orso e a volte l'orso ti prende. Questo è la legge della foresta e l'album di Stefano Zeni "Parallel Paths" è un promemoria di quella massima extraurbana in quanto, in questi giorni di conformità, ci vuole più del giusto taglio di capelli per attrarre l'attenzione dell'ascoltatore.
"Parallel Paths" è il tipo di album a cui devi lavorare e, a meno che i tuoi gusti musicali tendano verso l'estemporizzazione musicale, queste quindici canzoni potrebbero sembrare più simili alla colonna sonora del tipo di film che non vedresti nel tuo cinema multisala locale. Tuttavia, queste canzoni non sono icone di stile inaccessibili, anche se certamente l'ascolto e la conoscenza del jazz aiutano per apprezzare al meglio la complessità di ciò che stai ascoltando e l'abilità che è debitamente necessaria per presentare questo tipo di musica alle tue orecchie.
La maggior parte delle canzoni, come ci si aspetterebbe da un rispettato violinista, sono strumentali solo con le improvvisazioni vocali di Boris Savoldelli su "Blue Crab" a fornire un valido contrappunto a quel violino sempre presente e spesso elaborato.
Detto questo, la canzone sopra menzionata introduce anche una nota inaspettatamente discordante su quello che è un album curiosamente ipnotico che, nonostante lo stile “Nymanesco”, è certamente più una dichiarazione musicale originale che un tentativo di successo commerciale.
"Parallel Paths" potrebbe quindi essere considerato correttamente come qualcosa di speciale per chi ha orecchie stanche della solita musica commerciale.
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Stefano Zeni - Parallel Paths
jazzquad.ru (RUSSIA) edizione del 17-05-2018
genere:jazz
Il violino nel jazz è uno dei pochi strumenti con cui, in quanto a quantità di interpreti brillanti, l’Europa, sia in passato che al giorno d’oggi, può competere con gli Stati Uniti.
Il nuovo album del violinista italiano Stefano Zeni mi ha permesso di includere il suo nome nella parte europea di questa lista.
Stefano Zeni (classe 1974) è nato a Milano, si è diplomato in violino presso il conservatorio di Trento e si è specializzato nel jazz al conservatorio di Brescia. Al suo attivo, come interprete, compositore e arrangiatore, ha molti lavori interessanti: ha lavorato con noti musicisti jazz italiani e il suo livello tecnico e il potenziale artistico lo hanno portato per due anni di seguito (nel 2012 e 2013) al secondo posto in Italia come “miglior violinista jazz”.
Come violinista, Zeni subisce l’influenza del famoso musicista francese Jean-Luc Ponty. Nella sua musica mi accorgo subito di questa influenza che, a mio avviso, è tangibile. Ma ora, naturalmente, siamo in un’altra epoca, il XXI secolo: le possibilità tecniche con il violino elettrico sono indubbiamente maggiori e Stefano le sfrutta appieno. Nella discografia del virtuoso francese non ricordo che ci sia un album simile a Parallel Paths.
Parallel Paths è un album scritto totalmente dall’autore e completamente solista. Zeni suona sia il violino acustico che lo strumento elettrico. Lui, poi, usa largamente la tecnica del looping: grazie agli effetti, il suo strumento suona come una chitarra, una percussione, un basso o un synth. Oltre a ciò, Stefano in alcuni brani suona il kazoo, fischia e canta, e in Skipping Rope la sua vocalità piena di pathos, nello spirito di Boris Savoldelli, è davvero impressionante. Stilisticamente la musica di Zeni rientra in prevalenza nell’ambito del genere fusion, ma nell’album ci sono delle escursioni sia nel campo della musica accademica, che nelle avanguardie. In due brani si uniscono a Stefano gli ospiti del suo progetto, che si inseriscono perfettamente nella concezione generale dell’album. In Twilight il suo violino dialoga con il vibrafono del grande maestro americano Mike Mainieri, e in Blue Crab si ha il piacere di sentire il mio vocal performer preferito, già menzionato prima, Boris Savoldelli. Nella concezione principale di largo uso dell’elettronica e nella creazione di progetti completamente solistici, Zeni segue molto il suo connazionale. Il risultato è molto convincente – l’album Parallel Paths si adatta a persone con gusti diversi: il crossover di Stefano Zeni si può rivelare appassionante per molti.
(Леонид АУСКЕРН - Leonid ASKERN)
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Stefano Zeni "Parallel paths" (2018)
music map edizione del 14-05-2018
Il violino come non l'avete mai sentito. Il versatile violinista Stefano Zeni ci fa ascoltare gli esperimenti con il suo strumento in "Parallel Paths", dove lo strumento stesso assume forme inaspettate, frutto delle esperienze dell'artista in molteplici realtà musicali. Se nell'iniziale "Sit on the fence part 1" riconosciamo ancora il violino da solo, semplicemente condito con un po' di effetti, già con "Free time in Central Park" le cose cambiano. Un 5/4 dove le corde sono percosse in maniera da imitare una chitarra ritmica. Il tema viene eseguito da un violino midi, all'unisono con un fischio prima e con un cantato astratto poi. L'assolo sembra imitare lo stile di un tastierista al synth. In "Twilight" Stefano fa un featuring jazz con il vibrafonista Mike Mainieri, mentre nella straniante "Intensive care" c'è un pizzicato effettato ed uno strofinamento noise sintetico, sul quale si inserisce una melodia che evoca scenari a metà tra il barocco e il classico; però gli effetti la riportano al Novecento psichedelico. Poi arriva Jean Michelle Jarre... no, non è vero, però la titletrack "Parallel paths" ha un suono elettrico da chitarra rock e la composizione ricorda le idee del pioniere dell'elettronica francese. Ritmica percussiva nel conciliante "She plays in the snow", mentre ci si tuffa nel puro jazz da bar anni '30, con Boris Savoldelli alla voce scat in "Blue crab", dove Zeni a un certo punto scimmiotta la tipica chitarra dai toni chiusi in accompagnamento. Reminiscenze prog in "Reflected images", mentre la comparsa di un wah è l'ausilio per creare un groove in "Skipping rope" che invita quasi al ballo. Una voce incisa più volte accompagna "World in colours", che ha un sapore naif, poi si raggiunge il pop rock con "Innate behaviour", dove il suono del tema si avvicina a quello di un kazoo. "Perhaps it will change" ci concede di riascoltare il violino in maniera riconoscibile, mentre torna ad assomigliare al synth in "Orange clouds in the horizon", sopra a quella ritmica che si mostra ormai marchio di fabbrica, che a metà brano viene pure distorta. "Peacefully" ritorna nella classica, con un'armonia tenera, dove però si incide comunque un'improvvisazione, con il suono compresso. Cala il sipario "Sit on the fence part 2", parte più lunga di quella iniziale, dove si continua con quello stesso suono modificato. Alla fine vi chiederete se realmente avete ascoltato musica realizzata al 90% dallo stesso strumento, eppure è così. (Gilberto Ongaro)
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Zeni e D’Alessandro, il “capRiccio” alla Feltrinelli
l'eco delle valli.tv edizione del 19-02-2014
Hanno in comune un forte bisogno di vivere di musica, un’amicizia che rende possibile anche un raro affiatamento professionale, una simpatia travolgente che il pubblico apprezza quanto il loro talento e lunghi riccioli ribelli. Così i due, quasi per “capRiccio”, realizzano un progetto sul filo delle corde dei loro strumenti: il violino di Stefano Zeni e la chitarra di Antonio D’Alessandro. Due musicisti di livello che, pur collaborando con realtà musicali diverse (una fra tutte Isaia&L’Orchestra di Radio Clochard), presentano con questo duo una formazione tipicamente classica che si discosta dal convenzionale duetto violino-chitarra, con una rivisitazione contemporanea.
Stefano Zeni, milanese d’origine, diplomato in violino al conservatorio di Trento e musica jazz al conservatorio di Brescia, è musicista, compositore e arrangiatore. Ha collaborato con grandi nomi del panorama musicale e ha all’attivo un suo cd, “Passaggi Circolari”, di cui è autore. Ha ottenuto, nella sua carriera di violinista, importanti riconoscimenti. E’ polistrumentista. Oltre al violino suona: viola, bouzouki, mandolino, dijdgeridoo e altri strumenti a corda, tasti e fiato.
Antonio D’Alessandro nasce a San Giovanni Rotondo in provincia di Foggia. Apprende le prime nozioni di chitarra classica nel conservatorio della città pugliese. Poi l’incontro col maestro Giulio Tampalini che lo guida fino al diploma conseguito brillantemente al conservatorio di Mantova. Dopo aver frequentato corsi di perfezionamento e master presieduti da maestri illustri, aver conseguito riconoscimenti e premi prestigiosi, registra e pubblica il suo primo cd da solista, edito da Diffusione Arte.
In occasione dell’appuntamento di venerdì 28 febbraio, il Duo capRiccio presenterà opere di Dilermando Reis con “Se Ela Perguntar”, Astor Pantaleon Piazzolla con “La Muerte del Angel”, “Verano Porteno” e “Libertango”, “Dolcemente Complicata” di Stefano Zeni, “Studio 2” di Isaia Mori, “Felicità” e “Passione” di Vito Nicola Paradiso, “Terra e Cielo” di Giorgio Signorile e “Preludio I” di Maurizio Colonna. Due virtuosi delle corde che sapranno stupire, emozionare e far sorridere. “Duo capRiccio” il 28 febbraio, ore 18, alla Feltrinelli di Brescia in corso Zanardelli in “La Muerte del’Angel”. Un “capRiccio” che ci dobbiamo proprio concedere. (Emanuela Biancardi)
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Zeni e D'Alessandro insieme per capRiccio - Padenghe. Cortile di Palazzo Municipale
giornale di brescia edizione del 27-06-2013
Un duo di noti virtuosi bresciani per un repertorio che spazia dalla rielaborazione di standard ad insolite rivisitazioni di autori contemporanei: è la proposta in cartellone questa sera a Padenghe, dove il cortile del palazzo municipale ospita i CapRiccio, ensemble a due di nuova formazione composto dal violinista Stefano Zeni e dal chitarrista Antonio D'Alessandro.
L'appuntamento è in programma per le 21 con ingresso gratuito: in caso di maltempo il concerto verrà rinviato.
Il progetto CapRiccio ha preso forma quest'anno per iniziativa di due musicisti già protagonisti di importanti esperienze solistiche, che tra l'altro dividono ilpalco anche nell'esperienza di Isaia e L'Orchestra di Radio Clochard.
Il duo, pur presentandosi in una formazione di estrazione classica, se ne discosta per avvicinarsi piuttosto a una dimensione contemporanea.
In repertorio non mancano pezzi dei recenti album dei due, ovvero «Chitarra» di D'Alessandro (2010) e «Passaggi Circolari» di Zeni (2011). (Andrea Croxatto)
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Note jazz e latine nel cortile del museo
la provincia edizione del 11-08-2012
L'altro lato del violino. Ieri sera applausi a Zeni e Bertanza
CREMONA - Non solo musica latina ieri sera nel cortile del museo per l'ormai tradizionale appuntamento con l'altro lato del violino, il ciclo di happy hour con musica promosso dall'assessorato comunale alla cultura. Alla ribalta il duo formato dal violinista Stefano Zeni e dal chitarrista Giorgio Bertanza, alla chitarra a sette corde. Dopo la formazione classica al conservatorio di Trento, dove ha conseguito il diploma, il violinista gardesano Stefano Zeni ha indirizzato la sua attività verso generi "altri" della musica violinistica specializzandosi soprattutto nel jazz e nelle contaminazioni. Ancora più eclettica la formazione di Bertanza che nella sua già relativamente lunga esperienza artistica ha cavalcato un pò tutti i linguaggi, dalla fusion al jazz, dalla chitarra acustica a quella elettrica, fino alle più recenti collaborazioni con musicisti di area folk. Il programma del concerto è stata una cavalcata nella musica internazionale, partendo da un classico della tradizione russa, Oci ciornie. Commovente l'interpretazione fornita dal duo di Adios Nonino di Piazzolla, lo struggente tango che il genio di Mar del Plata dedicò al padre pochi giorni dopo la sua morte ("Nonnino" era il nomignolo affettuoso con cui astor si rivolgeva a papà Vincente). Uno standard, All of me ha fatto da cornice al bellissimo tema del film Nuovo Cinema Paradiso firmato andrea Morricone (figlio del mitico Ennio), e al medley di due brani firmati da due formidabili virtuosi della chitarra, Al Di Meola e Paco De Lucia (Mediterranean Sundance e Rio Ancho). Bellissima l'infilata che ha visto Zeni e Bertanza alle prese con Summertime di Gershwin, El choclo di Angel Gregorio Villoldo, Armando's Rhumba di Chick Corea, Oblivion di Piazzolla, Spain di Chick Corea, Spleen di Richard Galliano, Besame Mucho di Velàzquez, La Cumparsita di Matos Rodrigues, Tico Tico di Zequinha Abreu. Finale all'insegna dell'eclettismo stilistico con la popolare Czardas di Monti che ha definitivamente conquistato il pubblico.
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Stefano Zeni Band: "Migrazioni" ad Acque e Terre Festival
brescia today edizione del 17-07-2012
Al Castello di Soiano del Lago, conclude i "Viaggi di Acqua" il milanese Stefano Zeni, bresciano d'adozione, salito nel 2011 al secondo posto del podio di miglior violinista italiano, decretato da un referendum popolare promosso dalla prestigiosa rivista Jazzit. Musicista curioso ed eclettico, compositore e arrangiatore versatile, accompagnato dalla sua Band, presenterà il suo ultimo album, Passaggi Circolari, prodotto in Germania dalla YVP Music nel settembre 2011. Un concerto dalle calde atmosfere, sostenute da ritmiche e sonorità jazz-rock cariche di energia, ma che racchiude in sé continue sorprese, proponendo formule ritmiche variegate e sorprendendo gli spettatori con note inattese.
In Passaggi circolari troviamo un bagaglio culturale e musicale affrontato con spirito libero da preconcetti e da facili categorizzazioni. La strumentazione stessa facilita l'idea di contaminazione tra generi suggerita dall'autore nelle note di copertina. Sassofono e pianoforte introducono l'elemento jazzistico con preziose armonizzazioni e un senso di leggerezza che si espande nelle esecuzioni. Infine, batteria e percussioni etniche imprimono continue virate al sostegno metrico passando da profumi world a raffinatezze fusion, dalla libertà del jazz alla leggerezza di ballad che ci riportano al folk-rock inglese degli anni settanta. (Vincenzo Roggero, All about jazz, edizione del 09-05-2012).
Undici brani in tutto: composizioni nell'insieme semplici, non eccessivamente elaborate, con linee melodiche che proprio per questo si prestano a un ascolto immediato, riuscendo nell'intento di sviluppare un linguaggio capace di far breccia tra le tante «barriere», come le definisce Stefano Zeni, che separano i generi musicali. Per questo debutto discografico Zeni si è affidato a un gruppo di strumentisti affidabili ma prima di tutto versatili. (Paolo Bornatici, BresciaOggi ,09-10-2011).
La Stefano Zeni Band è composta da: Stefano Zeni violino - Guido Bombardieri sax soprano, sax contralto, clarinetto basso - Diego Maggi piano, synth - Davide Dejana basso elettrico - Joe Damiani batteria, percussioni.
Note biografiche: Nato a Milano il 30 dicembre 1974, diplomato in violino presso il conservatorio di Trento nel 1997 guidato da Elena Laffranchi, ha frequentato i seminari senesi di musica jazz (estate 1999) sotto la guida di Bruno Tommaso e Gianluigi Trovesi. Si diploma in musica Jazz presso il conservatorio di Brescia nel 2004 sotto la guida di Corrado Guarino.
Musicista, compositore e arrangiatore versatile, si esibisce in diverse formazioni di musica moderna, jazz, fusion, etnica, cantautoriale, classica e folk (Mille Anni Ancora, Compagnia della Vocata, Corimè, Isaia & l'Orchestra di Radio Clochard, Gruppo Elettrogeno...). Polistrumentista, oltre al violino suona la viola, il bouzouki, il mandolino, il dijdgeridoo ed altri strumenti a corda, tasti e fiato.
Attualmente collabora con i seguenti musicisti: Giorgio Cordini, Ellade Bandini, Mario Arcari, Joe Damiani, Eros Cristiani, Davide Dejana, Guido Bombardieri, Vincenzo "Titti" Castrini, Beppe Donadio, Francesco Palmas, Mauro Sereno e molti altri. Negli anni ha suonato a fianco di: Sandro Gibellini, Pier Michelatti, Fulvio Sigurtà, Mauro "Otto" Ottolini, Giancarlo Onorato, Sergio Scappini, Corrado Guarino, Stefano Bertoli, Roberto Bonati, Roberto Dani, Beppe Caruso, Kyle Gregory, Giulio Visibelli, Riccardo Tesi, Carmelo Leotta, Gianni Tomazzoni, Enrico Terragnoli. Si è recentemente esibito a fianco di Antonella Ruggiero e Fabio Concato.
Con la flautista Angela Citterio (primo flauto dell'orchestra "I Pomeriggi Musicali" di Milano) ha composto, registrato e rappresentato la commedia musicale in un atto unico "La Piana delle Anguane" (su testo di Raffaella Benetti). Nel 2011 firma il suo primo album da leader "Passaggi Circolari" per l'etichetta tedesca yvp music, ricevendo subito positivi apprezzamenti da critica e pubblico, tanto da aver conquistato nel Marzo 2012 il secondo posto come miglior violinista al prestigioso Jazzit Awards 2011.
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Zeni, il suo violino e star internazionali in un mese di musica
garda summer edizione del 01-07-2012
Sonorità jazz-rock, cariche di energia, tra le mura dell'antico castello. E' quanto propone, sabato 21 luglio alle 21 (ingresso gratuito), il concerto "Migrazioni" del violinista e compositore bresciano Stefano Zeni, di casa a Soiano. L'evento è organizzato nell'ambito del Festival Acque&Terre 2012 (www.acqueterrefestival.it). Sarà un concerto di "world music", caratterizzato da atmosfere calde e ritmiche jazz-rock. Tutti i brani presentati nel corso della serata sono contenuti nell'album "Passaggi Circolari" , l'esordio discografico di Stefano Zeni come leader. Nell'atteso concerto di Soiano il violinista sarà accompagnato da una band di collaboratori fedelissimi: Guido Bombardieri (sax e clarinetto) , Diego Maggi (piano, synth), Davide Dejana (basso elettrico), Joe Damiani (batteria, percussioni).
Zeni è musicista, compositore e arrangiatore versatile, si esibisce in diverse formazioni di musica moderna, jazz, fusion, cantautorale, classica e folk. E' anche polistrumentista: oltre al violino suona la viola, il bouzouki, il mandolino, il dijdgeridoo e altri strumenti a corda, tasti e fiato.
Dopo la pubblicazione, nel settembre del 2011, del suo primo album da leader "Passaggi Circolari" per l'etichetta tedesca Yvp music, ha ricevuto positivi apprezzamenti da parte di critica e pubblico, tanto da aver conquistato nel marzo 2012 il secondo posto come miglior violinista al prestigioso Jazzit Awards. [...]
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Slideshow - Stefano Zeni
jazz convention edizione del 21-05-2012
Jazz Convention: Così, a bruciapelo puoi parlarci del tuo nuovo lavoro discografico?
Stefano Zeni: Sia umanamente che musicalmente questo album - Passaggi circolari - è frutto di incontri, ascolti, passioni e riflessioni che hanno segnato la mia vita sino a oggi. Si tratta di semplici melodie condite con la spontanea freschezza dell'improvvisazione jazz, la raffinatezza ritmica della fusion e il calore della world music.
JC: Mi racconti ora il primo ricordo che hai della musica?
SZ: Ricordo la radio che ascoltava sempre mia madre che all'epoca trasmetteva Lucio Battisti, gli Earth Wind & Fire, i Supertramp... e i vinili che ascoltava mio padre. I primi ascolti sono stati i Beatles, il beat, le big band americane, Bach, Beethoven, Vivaldi e Fabrizio De André. Mio padre poi suonava la chitarra e cantava in un gruppo beat, per cui c'è sempre stata musica nella mia vita.
JC: Quali sono i motivi che ti hanno spinto a diventare un musicista jazz?
SZ: Il motivo principale che ho sempre sentito dentro di me era quello di volermi esprimere in modo personale al di là delle note scritte. Il limite che vedo nella musica classica di oggi è proprio il fatto che non si va oltre l'interpretazione delle note scritte sullo spartito; in passato anche per la musica classica non era così, basti pensare al genio di Paganini.
JC: Ha ancora un significato oggi la parola jazz?
SZ: No, se serve a indicare una musica portata ai massimi livelli tra gli anni quaranta e gli anni Sessanta del Novecento; sì, se con la parola jazz si comprende tutta la musica attuale nella quale l'improvvisazione ha un ruolo importante.
JC: Ma cos'è per te il jazz?
SZ: Per me il jazz, nel senso più universale del termine, è il linguaggio musicale più personale e nello stesso tempo più meticcio, contaminato che un musicista possa avere. Naturalemte sono contrario a qualsiasi barriera, casta e purismo in musica.
JC: Quali sono le idee, i concetti o i sentimenti che associ alla musica jazz?
SZ: Espressività, creatività, libertà, universalità, comunicazione, pace.
JC: Come pensi che si evolverà il jazz del presente e il jazz del futuro?
SZ: Il jazz in quanto tale, tornando al discorso di prima, non esiste già più. E' sempre stato un genere in evoluzione e negli ultimi decenni si è colorato di rock, di funk, di pop, di folk e di world music. La direzione è sicuramente la contaminazione continua. I grandi del contemporary jazz lo dimostrano.
JC: Tra i molti dischi che hai fatto ce ne è uno a cui sei particolarmente affezionato?
SZ: Direi sicuramente a questo! Guardando indietro sono particolarmente affezionato alla commedia/fiaba musicale La Piana delle Anguane composta a quattro mani con Angela Citterio su libretto di Raffaella Benetti.
JC: Quali sono stati i tuoi maestri nel violino, nella musica, nella cultura, nella vita?
SZ: Nel violino direi sicuramente Elena Laffranchi che mi ha portato al diploma classico assecondando sempre la mia passione per tutti gli altri generi musicali. Jean-Luc Ponty è il violinista più completo che abbia mai conosciuto. La sua scoperta intorno ai 22 anni mi ha letteralmente folgorato. Pat Metheny e molti altri rappresentanti del contemporary jazz mi hanno aperto un mondo a me molto affine. Questi e tanti altri ascolti, musicisti e persone hanno sicuramente dato molta linfa al mio mondo sonoro.
JC: Qual è per te il momento più bello della tua carriera di musicista?
SZ: Il momento più bello è quando sei sul palco e con la tua musica riesci a trasmettere all'ascoltatore ciò che hai dentro di te.
JC: Quali sono i musicisti con cui ami collaborare?
SZ: Amo collaborare con chi sento stare sulla mia stessa lunghezza d'onda e non parlo solo di musica. Credo che la stima reciproca, il rispetto, la sensibilità musicale siano fondamentali per una collaborazione proficua e duratura. Prima di registrare Passaggi circolari ho aspettato di incontrare, collaborare e conoscere i grandi musicisti che hanno dato anima al mio lavoro.
JC: Cosa stai progettando a livello musicale per l'immediato futuro?
SZ: Per ora l'obiettivo è quello di portare in giro il più possibile il live di Passaggi circolari. Continuerò a comporre e a suonare, suonare...
(Guido Michelone)
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Passaggi Circolari Stefano Zeni | YvP Music - distr. IRD (2012)
all about jazz edizione del 09-05-2012
Per l'album d'esordio, Stefano Zeni fa le cose in grande. Convoca una manciata di musicisti tra cui spiccano nomi importanti come quello di Ellade Bandini, Guido Bombardieri e Mario Arcari ed incide per YVP, affermata etichetta tedesca. Il violinista e compositore milanese di nascita, bresciano d'adozione (presso il Conservatorio di quella città si è diplomato in musica jazz), è musicista curioso ed eclettico con interessi e collaborazioni in diversi ambiti musicali che vanno dal folk al jazz, dalla classica all'etnica passando per la fusion e il cantautorato.
In Passaggi circolari troviamo questo bagaglio culturale e musicale affrontato con spirito libero da preconcetti e da facili categorizzazioni. La strumentazione stessa facilita l'idea di contaminazione tra generi suggerita dall'autore nelle note di copertina. La presenza di basso elettrico, Fender Rhodhes, sintetizzatori e il violino del leader portano dritti verso il periodo rock fusion di Jean Luc Ponty, con importanti suggestioni ritmiche e vibranti assoli.
Sassofono e pianoforte introducono l'elemento jazzistico con preziose armonizzazioni e un senso di leggerezza che si espande nelle esecuzioni. L'oboe di Mario Arcari è un filo diretto con la tradizione accademica ma la sensibilità del musicista e la sua abitudine ad operare in contesti diversi tolgono il frac allo strumento e lo vestono con gli abiti informali dell'improvvisatore di razza. Infine, batteria e percussioni etniche imprimono continue virate al sostegno metrico passando da profumi world a raffinatezze fusion, dalla libertà del jazz alla leggerezza di ballad che ci riportano al folk-rock inglese degli anni settanta.
Track Listing: 01. Migrazioni; 02. Tuduppà; 03. Chi ha retta; 04. Ciadafrica; 05. Passaggi circolari; 06. Dolcemente complicata; 07. Sguardi; 08. Vioce; 09. Apertura mentale; 10. Fusiountry; 11. Alone. Composizioni di Stefano Zeni.
Personnel: Stefano Zeni (violino): Mario arcadi (oboe); Guido Bombardieri (sax soprano, sax alto, clarinetto basso); Antonio Prencipe (piano); Eros Cristiani (Fender Rhodes, sintetizzatore in 2,3,5); Diego Maggi (Fender Rhodes, sintetizzatore in 7,9,10); Davide Dejana (basso elettrico); Ellade Bandini (batteria in 3,5,9); Joe Damiani (batteria, percussioni in 1,2,4,7,10); Maurizio Giannone (percussioni in 4,5,6,7,9,10); Massimo Zeni (elettronica in 11).
Title: Passaggi Circolari | Year Released: 2012 | Record Label: YVP Music
(Vincenzo Roggero)
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Stefano Zeni secondo ai Jazzit Award
bresciaoggi edizione del 23-04-2012
PERSONAGGI. Il sondaggio del bimestrale specializzato regala una grande soddisfazione al musicista bresciano
«Ho avuto il sostegno di oltre 500 fan e questo, per me, è un dato significativo»
Un secondo posto che vale una vittoria. E' quanto ha raggiunto un po' a sorpresa il violinista bresciano Stefano Zeni, che si è piazzato sul gradino intermedio del podio del Jazzit Award, il sondaggio promosso dall'omonimo bimestrale diretto da Luciano Vanni.
«Sono molto contento del risultato - spiega Zeni -. Per me si trattava a tutti gli effetti di un debutto sia come violinista che come autore del mio primo album da leader, "Passaggi Circolari", da poco uscito per la Yvp Music. La presenza dell'etichetta tedesca, tra l'altro, ha fatto sì che venissi collocato anche nella categoria relativa alle produzioni "estere". Ad ogni modo è per me un onore figurare nella top ten italiana dei violinisti che gravitano attorno al mondo del jazz in senso stretto o, è il caso del mio ultimo lavoro discografico, della world music». Il Jazzit Award è un premio strutturato in due sezioni distinte: una prima a cura della redazione giornalistica della rivista e una seconda aperta a tutti i lettori della stessa. Si tratta dunque di un riconoscimento dalla doppia identità. Il sondaggio si è chiuso lo scorso 20 gennaio. «Ho avuto il sostegno e il voto di oltre 500 fans e questo è il dato per me più significativo», dice entusiasta il violinista bresciano.I risultati della selezione sono pubblicati sul Jazzit numero 69 che è appena uscito in edicola. Quanto all'album «Passaggi Circolari», che dopo la presentazione ufficiale avvenuta l'ottobre scorso al Teatro Centro Lucia di Botticino continua a ottenere ottimi riscontri sia di critica che di pubblico, è in fase di definizione il mini tour live estivo. A fianco di Zeni per la sua realizzazione hanno lavorato Guido Bombardieri (sax), Mario Arcari (oboe), Joe Damiani (batteria e percussioni), Ellade Bandini (batteria), Davide Dejana (basso), Diego Maggi (synth), Eros Cristiani (synth), Antonio Prencipe (piano), Maurizio Giannone (percussioni) e Massimo Zeni (elettroniche). (Paolo Bornatici)
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intervista a stefano zeni - "Balla la gente quando suono il mio violino..."
valle sabbia news - lombardia news edizione del 12-04-2012
Stefano Zeni
di Davide Vedovelli
“Balla la gente quando suono il mio violino...”. Intervista a Stefano Zeni
Nato a Milano il 30 dicembre 1974, Stefano Zeni si diploma in violino presso il conservatorio di Trento nel 1997 guidato da Elena Laffranchi. Nell'estate del 1999 frequenta i seminari senesi di musica jazz con Bruno Tommaso e Gianluigi Trovesi. Nel 2004 si diploma in musica Jazz presso il conservatorio di Brescia sotto la guida di Corrado Guarino.
Musicista, compositore e arrangiatore versatile, si esibisce in diverse formazioni di musica moderna, jazz, fusion, etnica, cantautorale, classica e folk.
Negli anni ha suonato a fianco di numerosi musicisti, tra i quali Sandro Gibellini, Pier Michelatti, Fulvio Sigurtà, Mauro “Otto” Ottolini, Roberto Bonati, Roberto Dani, Beppe Caruso, Kyle Gregory, Giulio Visibelli e Riccardo Tesi.Attualmente collabora con Ellade Bandini, Mario Arcari, Giorgio Cordini, Eros Cristiani, Joe Damiani, Guido Bombardieri, Vincenzo “Titti” Castrini, Corimè, Isaia & L'Orchestra di Radio Clochard, la Compagnia della Vocata, Beppe Donadio. Recentemente si è esibito a fianco di Antonella Ruggiero e Fabio Concato. Questo dice la sua biografia ufficiale.
La prima volta che l'ho conosciuto ero a Parigi, in occasione dell'incontro con i ragazzi di Taizè (comunità ecumenica francese che organizza ogni anno un incontro con tutti i ragazzi d'Europa). Siamo in fila, una fila lunga ed interminabile per scoprire dove avremmo alloggiato la sera e ad un tratto un ragazzo riccioluto fa spuntare un archetto ed un violino. L'avrei poi rivisto alcuni mesi dopo sul palco con gli Accordinsettima ed i Corimè, ma quello è il primo ricordo che ho di Stefano.
D. Partiamo proprio dall'inizio. Quando e perché hai preso in mano un archetto e non il plettro o le bacchette?
S. Devo la mia passione per la musica a mio padre (cantante e sassofonista) che mi incoraggia sin dalla prima infanzia a giocare con le note facendomi sedere al suo fianco per comporre delle invenzioni con la tastiera. A otto anni inizio gli studi musicali applicandomi alla tromba, strumento che ho continuato a suonare nel corpo bandistico di Vanzago (Milano), prima, e di Puegnago del Garda (Brescia), poi, fino all'età di 23 anni quando ho assunto la direzione del corpo stesso. L'approccio al violino è avvenuto in modo del tutto casuale quando, all'età di undici anni, iscrivendomi all'accademia di Rho (Milano) scoprii che questa non contemplava l'insegnamento degli ottoni. Il destino fece diventare il violino il mio strumento principale.
D. Qual è stata la collaborazione che maggiormente ti ha arricchito? Qual è invece il sogno che non sei ancora riuscito a realizzare?
S. Direi che la maggioranza delle collaborazioni che ho avuto mi hanno arricchito. Negli anni ho avuto la fortuna di suonare con degli ottimi musicisti con i quali c'è stato o c'è ancora un continuo scambio di spunti, di idee, di energie. Mi piacerebbe duettare con uno dei miei idoli musicali; Pat Metheny, Jean-Luc Ponty (che ho avuto la fortuna di conoscere e che mi ha dato dei preziosi consigli), Sting e moltissimi altri.
D. La leggenda che il violino rubi l'anima sembra derivi dal fatto che il legno del violino si modella sullo stile con cui un musicista lo suona, assumendo nel tempo quelle precise caratteristiche. Tu che anima hai regalato al violino?
S. Innanzi tutto il rapporto che si crea tra violino e violinista è qualcosa di particolare che va oltre il semplice strumento musicale. Ricordo che ogni violino fatto a mano, anche dallo stesso liutaio, è sempre unico proprio perchè artigianale. Sicuramente esiste questa interazione forte tra violino e violinista. La scelta dello strumento è sempre molto personale (il mio è un "Castellani" del 2001 chiamato "il Vecchio"). Io credo di avere dato al mio strumento un'anima "nera"....mi piace suonarlo come se fosse una chitarra elettrica o un sax....ricerco molto l'aspetto ritmico, il groove, il suono poco vibrato, il fraseggio blues.
D. Qual è la canzone che ti emoziona di più quando la suoni?
S. Direi che molta musica mi emoziona quando la suono, solo così puoi trasmettere delle vibrazioni anche a chi ti ascolta. In particolare direi che mi emoziona particolarmente suonare la mia musica, le mie composizioni perché in essa si somma la componente compositiva ed esecutiva. E' una gran fortuna riuscire a fare della propria passione il proprio lavoro.
D. Se non fosse andata con la musica avevi pronto un piano B?
S. Sono laureato in Scienze Agrarie e nel 2001 ho superato l'esame di stato per poter esercitare come Agronomo. Ci ho tentato parallelamente alla musica per un paio d'anni ma mi sono accorto che, pur essendo un bel lavoro, non era la mia vita.
D. Convincimi che il violino è meglio della chitarra.
S. Il fatto che la tastiera del violino (e degli altri strumenti ad arco) non sia divisa in tasti come nella chitarra (rigidamente divisa in semitoni) fa sì che i suoni emessi ricordino la voce umana; tutto ciò è dato anche, in gran parte, dallo sfregamento dell'archetto (che la chitarra non ha) sulle corde. E poi è più piccolo (per cui pesa molto meno di una chitarra!) e ha 2 corde in meno!
Ti ho convinto?
L'ultima domanda puoi farla tu a me.
Davide, ti è venuta voglia di ascoltare il mio CD "Passaggi Circolari" oppure dopo questa intervista vorrai ascoltare solo Eric Clapton o Mark Knopfler? Un caro saluto a te e a tutti i lettori.
Mi è venuta voglia di venirti a sentire dal vivo oltre che di ascoltare il tuo disco e una gran curiosità per i tuoi progetti futuri. Grazie mille per quest'intervista e ci vediamo presto. Un abbraccio.
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stefano zeni al posto d'onore al "jazzit award"
giornale di brescia edizione del 29-03-2012
Il bresciano Stefano Zeni è il secondo migliore violinista d'Italia. Lo decreta il "Jazzit Award", iniziativa lanciata dall'omonima rivista.
Zeni - che ha pubblicato a settembre 2011 il suo primo disco da solista, "Passaggi circolari" - si è classificato secondo con oltre 500 voti.
Al numero di marzo-aprile del periodico è stato allegato un pieghevole in cui sono riportati i dieci migliori musicisti suddivisi in 54 categorie per l'Italia e 37 per l'estero. Di fatto, alla competizione possono partecipare tutti gli artisti jazz, purchè siano segnalati dai lettori. Chi riceve il maggior numero di voti, poi, entra in nomination fino alla stesura del "verdetto" finale.
Zeni si dice "molto contento" del risultato, "specie pensando che sono al mio disco d'esordio: direi che l'esito è già più che soddisfacente". Non solo: il fatto che l'indagine risponda al gusto del pubblico "lascia ben sperare rispetto ai riscontri dei live e di eventuali futuri lavori". (Raffaella Mora)
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INCONTRO CON IL VIOLINISTA STEFANO ZENI, AUTORE DEL CD “PASSAGGI CIRCOLARI”
jazz digest edizione del 11-01-2012
Si intitola “Passaggi circolari” l’album d’esordio del violinista Stefano Zeni.
Diplomato in violino nel 1997 e in musica jazz nel 2004, a 30 anni, Stefano ha realizzato il disco avvalendosi della collaborazione di diversi musicisti come Guido Bombardieri (sax), Antonio Prencipe (piano), Davide Dejana (basso), Joe Damiani (batteria) e Maurizio Giannone (percussioni) e alcuni ospiti tra i quali Ellade Bandini (batteria), Mario Arcari (oboe), Eros Cristiani (fender rhodes & synth), Diego Maggi (fender rhodes & synth) e Massimo Zeni (sequencer ed effetti elettronici).
Ideato e arrangiato da Stefano Zeni, “Passaggi circolari” consta di undici brani strumentali:
Sentiamo cosa ha detto Stefano a noi di Jazz Digest:
- Puoi sintetizzare le tappe fondamentali della tua formazione musicale? L’aver studiato il violino ti ha portato automaticamente verso l’ambito della musica classica?
La mia passione per la musica nasce in tenera età grazie a mio padre, cantante e sassofonista, che sin dalla prima infanzia mi incoraggia a giocare con le note sulla tastiera e mi fa ascoltare molti dischi. A otto anni inizio gli studi musicali applicandomi al flicorno contralto per passare presto alla tromba. L’approccio al violino avviene in modo del tutto casuale quando, all’età di undici anni, iscrivendomi all’accademia musicale di Rho (Milano), scopro che questa non contempla l’insegnamento degli ottoni. Uno scherzo del destino fa diventare il violino il mio strumento principale, allo studio del quale continuo a dedicarmi anche dopo il trasferimento della mia famiglia sul Lago di Garda.
Mi diplomo in violino nel 1997 presso il conservatorio “F.A. Bonporti” di Trento guidato dalla professoressa Elena Laffranchi. Conclusi gli studi classici, inizio sin da giovane una carriera come musicista professionista collaborando con diverse formazioni folk, rock e cantautorali. Nell’estate del 1999 mi avvicino alla musica jazz frequentando i seminari senesi con Bruno Tommaso e Gianluigi Trovesi. Mi diplomo in musica jazz presso il conservatorio “L. Marenzio” di Brescia nel 2004 sotto la guida di Corrado Guarino presentando una tesi sul violinista Jean-Luc Ponty del quale ho attentamente studiato e trascritto alcuni significativi soli e dal quale successivamente ho ricevuto preziosi consigli per la mia crescita artistica.
Il violino è lo strumento principe della musica classica. Da subito però ho capito che un genere solo mi stava stretto e ho cominciato a incuriosirmi e aprirmi verso tutto ciò che fosse musica di qualità a prescindere dall’etichetta.
- Oggi cosa significa per te essere un musicista jazz?
Significa essere nella condizione di poter esprimere in musica ciò che ho dentro, significa essere aperto a qualsiasi genere e contaminazione musicale, significa vivere la musica “on the road”, significa addormentarsi e svegliarsi con la musica in testa….
- Chi sono i musicisti che ti hanno insegnato o ispirato? Parlaci della tua esperienza a Siena Jazz.
Sicuramente le influenze spaziano dal jazz contemporaneo alla musica tradizionale Africana, fino alla melodia europea…e molto altro ancora.
Potrei citare degli artisti che sicuramente mi hanno colpito e ispirato in questi anni: Pat Metheny, Steve Coleman, Jean-Luc Ponty, Michael Brecker, Chick Corea, Richard Bona, Mike Stern, Bob Berg, John Scofield, Herbie Hancock, Sting, Fabrizio De Andrè, pfm, Bach…e molti altri
L’esperienza a Siena Jazz è stata molto formativa. La ricordo sempre positivamente. La musica scandiva le mie giornate dall’alba al tramonto. Naturalmente tra gli strumenti insegnati purtroppo non compariva (e non compare) il violino, per cui avevo studiato nella classe delle ance con un musicista che apprezzo molto: Gianluigi Trovesi.
Ricordo il bel concerto finale dell’orchestra laboratorio (della quale ero componente) in piazza del Campo.
- Ad un certo punto è arrivata la collaborazione con la YVP MUSIC. Ti va di parlarcene?
Appena ho avuto in mano il “master” di “Passaggi circolari” ho iniziato la ricerca di un’etichetta che apprezzasse il prodotto. York von Prittwitz della YVP music mi ha chiamato subito appena terminato l’ascolto dei brani. Mi ha detto: “il prodotto mi piace, quando vuoi possiamo firmare il contratto” e poi ha aggiunto: “ti ho subito riconosciuto, ti avevo sentito nel 1999 in Piazza del Campo a Siena con l’orchestra laboratorio”. Felice e onorato la settimana dopo ero nel suo ufficio a Ulm in Germania a firmare l’accordo. Il signor von Prittwitz è una persona squisita, quasi d’altri tempi.
- Come nasce l’ispirazione per un nuovo brano ma, soprattutto, com’è nato “PASSAGGI CIRCOLARI”?
Questo è un po’ il mistero della composizione. E’ un’alchimia strana dovuta al particolare attimo, allo stato d’animo, agli ascolti fatti, alle persone incontrate, alle esperienze di vita in generale. La materializzazione della sensazione è sicuramente anche frutto di anni di studio e di esperienze oltre che di ispirazione pura. L’album racchiude la mia storia musicale e umana degli ultimi sette anni. Desideravo da tempo raccogliere le mie composizioni in un album. “Passaggi circolari” rappresenta tutto ciò. E’ un lavoro meditato e ponderato nel tempo.
- Solitamente per un musicista la soddisfazione maggiore risiede nel confronto diretto col pubblico, che tipo di emozione ti dà “il live”?
Il Live è comunicazione pura, interazione con gli altri musicisti, con il pubblico. Si percepisce in maniera netta l’energia di un posto rispetto a un altro. Ti metti in gioco in tutto e per tutto. Si suona dal vivo da millenni! La registrazione e riproduzione meccanica è storia del novecento.
- Ti spaventa proporre la tua musica in un luogo magari impreparato ad accoglierla?
Normalmente no; è bello rendersi conto che la gente apprezzi molto più di quanto gli operatori commerciali del settore musicale ci facciano credere. Può però capitare di trovarsi in ambienti dove normalmente si suoni musica molto diversa dalla mia; e lì diventa una vera sfida…
- Puoi darci qualche anticipazione relativa ai tuoi prossimi impegni?
Passaggi circolari verrà presentato in veste acustica (in trio con piano e tromba) giovedì 26 gennaio alle 20.30 a Rovereto (TN) presso la brace jazz club (viale del lavoro, 18) e venerdì 27 gennaio alle 20.30 a Dro (TN) da alfio (via mazzini, 12). Tutte le date aggiornate dei mie concerti si trovano sulla mia pagina web all’indirizzo: www.stefanozeni.com
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STEFANO ZENI - Passaggi circolari (YVP Music, 2011)
saltinaria.it edizione del 02-01-2012
“Passaggi circolari” di Stefano Zeni in una sola parola si scrive “sorpresa” ed ha un gusto - sorprendente - che sembra non finire mai.
Genere: Fusion
Voto: 8/10
Ascolta anche: Jean Luc Ponty
L'intelligenza è una materia scarsa. Questo assunto non vale quando si entra nel geniale e meraviglioso mondo di Stefano Zeni e si impara, perché bisogna imparare, a lasciarsi andare, a lasciarsi guidare dal suo gusto fino a raggiungere una comunione di sentimenti tra l'autore e noi che sbalorditi, ascoltiamo.
In “Passaggi circolari” non si inventa un genere, una sonorità o un ritmo che lasci il segno negli annali ma si tramuta il sentimento in formule ritmiche spassose, si disarticola l'orecchio e lo allena in un training forzato ad accettare lo sbalzo, il salto, la sincope, la novità di una nota che non ti aspetti.
“Passaggi circolari” di Stefano Zeni in una sola parola si scrive “sorpresa” ed ha un gusto – sorprendente - che sembra non finire mai. Le canzoni sono lunghe anche più di sette minuti eppure non risultano mai banali e mai noiose. Il che per un album di fusion è sintomo di grandezza.
Mario Arcari è una sorpresa, coi suoi inserimenti di oboe, coi suoi movimenti preziosi per ritmica e gusto. Guido Bombardieri è una sorpresa, per il sassofono che da solo giustifica l'emozione dell'ascolto.
Stefano Zeni è una sorpresa perché non ne avevo mai sentito parlare prima eppure è sicuramente un grande. (Josè Leaci)
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stefano zeni «jazz e rock ma con il violino»
la provincia pavese edizione del 26-10-2011
L’artista torna a Pavia per presentare le undici canzoni del nuovo album
«Sia umanamente che musicalmente questo album è frutto di incontri, ascolti, passioni e riflessioni che hanno segnato la mia vita fino a ora. La vita è nel suo complesso punteggiata da una miriade di passaggi che conducono da una fase all'altra attraverso essa; questi passaggi possono essere lineari o circolari. La circolarità della vita, della storia, dell'universo e della musica guarda al futuro non dimenticando mai le proprie origini. Mi piace pensare di abbattere le barriere tra i generi musicali miscelando semplici melodie con la spontanea freschezza dell'improvvisazione jazz, la raffinatezza ritmica della fusion e il calore della world music».
Con queste parole il violinista Stefano Zeni racconta la nascita di “Passaggi circolari”, il suo primo lavoro da solista. In queste 11 tracce strumentali il musicista milanese mescola il jazz al rock, contaminando il tutto con sonorità tipiche della world music e della fusion.
Questo primo album di Zeni verrà presentato in esclusiva a Spaziomusica domani sera: sul palco di via Faruffini il violinista sarà accompagnato da Guido Bombardieri ai fiati, Antonio Prencipe al piano, Davide Dejana al basso e Joe Damiani alla batteria e percussioni (inizio ore 22.30, ingresso 7 euro). Il violino è il protagonista indiscusso di “Passaggi circolari”, disco prodotto dalla rinomata etichetta tedesca Yvp Music. Suonato come se fosse una chitarra, oppure intrecciato all’elettronica e all’oboe: il protagonista assoluto del primo album da solista di Zeni è proprio il suono del violino, che il musicista milanese affronta in maniera molto personale. «Al jazz mi sono avvicinato in un secondo momento – spiega –. Ha dato una svolta al mio fare musica, aprendomi i confini dell’improvvisazione». Da allora Zeni ha partecipato alla registrazione di una trentina di dischi, “prestando” il suono del suo violino a musicisti di primo piano come con Ellade Bandini ed Eros Cristiani.
Com’è arrivato a questo primo disco da solista?
«Anche se l’album è stato registrato nell’ultimo anno e mezzo, in realtà sono anni che è in cantiere. Le prime melodie mi giravano in testa già nel 2003. E anche se il primo lavoro da solista è arrivato a 36 anni suonati, sono molto soddisfatto del risultato».
Come definisce “Passaggi circolari”?
«Un disco di confine, che oscilla tra tutti i generi musicali che ho frequentato nella mia vita».
Da dove prende spunto il titolo?
«In senso strettamente musicale il disco è circolare perché nei brani ci sono alcune frasi che si ripetono. Ma anche perché mi piace abbracciare diversi generi, dal rock progressivo alla world music».
Perché il disco è stato prodotto da un’etichetta tedesca?
«Ho mandato diversi cd in giro per tutto il mondo, ma in Italia ho trovato soltanto porte chiuse. Dall’estero invece ho ricevuto ottime risposte, soprattutto da Stati Uniti, Belgio e Germania. Così ho accettato la proposta del titolare della Yvp».
Alla registrazione di questo album ha partecipato anche il batterista Ellade Bandini. Com’è stato suonare insieme a uno dei più importanti musicisti italiani?
«E’ stato un onore che Ellade abbia accettato di partecipare come ospite al mio primo disco. Ma anche tutti gli altri nove musicisti che vi hanno suonato hanno dato all’album un valore aggiunto». (Gabriele Conta)
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A "Jazz Meeting" Stefano Zeni
tgcom edizione del 25-10-2011
Tgcom incontra il talentuoso violinista
16:29 - "Jazz Meeting" ospita questa settimana il violinista Stefano Zeni, che ha pubblicato recentemente il suo album "Passaggi Circolari". Insieme a Stefano nel disco suonano Guido Bombardieri (sax), Antonio Prencipe (piano), Davide Dejana (basso), Joe Damiani (batteria e percussione) e Maurizio Giannone (percussioni). Partecipano, inoltre, come ospiti Ellade Bandini (batteria), Mario Arcari (oboe), Eros Cristiani (fender rhodes & synth), Diego Maggi (fender rhodes & synth) e Massimo Zeni (sequencer ed effetti elettronici).
Nato a Milano Stefano Zeni si diploma in violino nel 1997 presso il conservatorio "F.A. Bonporti" di Trento. Conclusi gli studi classici, inizia sin da giovane una promettente carriera come musicista professionista collaborando con diverse formazioni folk, rock e cantautorali. Nell'estate del 1999 si avvicina al jazz frequentando i seminari senesi con Bruno Tommaso e Gianluigi Trovesi. Si diplomerà, poi, in musica jazz presso il conservatorio "L. Marenzio" di Brescia nel 2004 sotto la guida di Corrado Guarino presentando una tesi sul violinista Jean-Luc Ponty, del quale ha attentamente studiato e trascritto alcuni soli significativi e dal quale successivamente riceverà preziosi consigli per la sua crescita artistica.
Perché questo titolo "Passaggi Circolari"?
Ho deciso di intitolarlo così prendendo spunto da una traccia del disco che si intitola appunto "Passaggi Circolari"; mi piaceva per rappresentare tutti gli altri brani dell'album, dove credo siano numerosi i "passaggi" intesi come quelli da una fase all'altra della vita, ma anche i vari "passaggi" della musica. Per “circolari” possiamo intendere invece la circolarità della vita e del cosmo: questo è il mio primo album come autore musicista e arrangiatore e rappresenta il mio mondo musicale.
Il disco è stato concepito in un arco di tempo prolungato...
L'ho fatto con calma, ci tenevo a realizzarlo per far conoscere al pubblico il mio mondo musicale. Le composizioni più vecchie sono del 2003, le più nuove del 2010. Potrei definirlo "crossover" come incrocio tra generi ed influenze, anche se non mi piacciono le etichette; preferisco un genere di confine piuttosto che ben identificato. C'è una matrice jazz di base con influenze americane, europee e “world music”, sono molti generi racchiusi nel disco.
Avete già proposto dal vivo i brani di "Passaggi Circolari"?
Lo abbiamo presentato il 15 ottobre a Botticino in provincia di Brescia con gran parte dei musicisti che hanno partecipato al disco. Il 27 ottobre saremo in sestetto allo "Spazio Musica" di Pavia poi il 10 novembre a Rovereto, dove il pubblico potrà ascoltare dal vivo le composizioni del disco. (Giancarlo Bastianelli)
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Stefano Zeni lascia undici tracce lungo le infinite strade del jazz
bresciaoggi edizione del 09-10-2011
PROGETTI MUSICALI. Fra gli ospiti di lusso spiccano il batterista Ellade Bandini e Mario Arcari all'oboe
Una seducente contaminazione è il marchio di «Passaggi circolari» il nuovissimo lavoro discografico del creativo violinista bresciano
Stefano Zeni ha affidato al suo violino una suggestiva lettura contaminata del jazz
Che le strade della world music siano davvero infinite lo si può chiaramente percepire nel nuovo lavoro discografico del violinista bresciano Stefano Zeni, il primo nella veste di leader di un progetto che pur strizzando l'occhio al jazz si lascia sedurre dall'intrusione di generi musicali che poco o nulla hanno da spartire con le «blu note» in senso canonico.
Il titolo la dice lunga sulla filosofia e la scelta stilistica dell'autore: «Passaggi circolari», che è poi la definizione più diretta e stringata per esprimere la complessità di un album scritto e suonato con estrema lucidità e freschezza cristallina.
UNDICI BRANI IN TUTTO: composizioni nell'insieme semplici, non eccessivamente elaborate, con linee melodiche che proprio per questo si prestano a un ascolto immediato, riuscendo nell'intento di sviluppare un linguaggio capace di far breccia tra le tante «barriere», come le definisce Stefano Zeni, che separano i generi musicali. Per questo debutto discografico Zeni si è affidato a un gruppo di strumentisti affidabili ma prima di tutto versatili. Artisti insomma capaci di cogliere le rivendicazioni creative e stilistiche dell'album. Per il sax la scelta è caduta su Guido Bombardieri, mentre Antonio Prencipe ha curato lo spartito del pianoforte. Davide Dejana al basso, Joe Damiani alla batteria e Maurizio Giannone alle percussioni completano lo zoccolo duro della session.
MA NELLA LISTA DEL FIDDLE playing spiccano ospiti di grande caratura come Ellade Bandini alla batteria, Mario Arcari all'oboe, Eros Cristiani (fender rhodes & synth), Diego Maggi (fender rhodes & synth). I sequencer e gli effetti elettronici sono stati invece affidati alle cure di Massimo Zeni.
Una presenza sulla carta massiccia, ma che in «Passaggi circolari» risulta ben dosata nella sequenza dei brani, con il violino di Zeni libero di spaziare sui terreni sconfinati della contaminazione, con pochi ma efficaci guizzi improvvisativi.
MOVIMENTI PIÙ CHE ALTRO lineari, con molti obbligati come in «Tuduppà» o in «Apertura mentale», nei quali la potente ritmica funky si contrappone al lirismo velato di «Chi ha retta» e di «Dolcemente complicata», mentre l'intro di «Ciadafrica» è un tuffo dritto dritto nel cuore del continente nero.
Nella minimalista «Vioce» è l'unisono violino-voce di Zeni a lasciare il segno. Con «Alone», il brano di chiusura, si volta nuovamente pagina, con gli armonici del violino dell'artista bresciano che spiccano il volo sugli scenari avveniristici offerti dall'effettistica del fratello Massimo.
Album dai forti contrasti, con Stefano Zeni abile nel veicolare le diverse influenze musicali acquisite negli anni, anche attraverso le tante collaborazioni che lo vedono da tempo a fianco di artisti di estrazione tutt'altro che jazzistica. Niente male per un esordio che lascia intuire di trovarsi davanti all'inizio di un ciclo, anzi un filone, davvero interessante. (Paolo Bornatici)
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stefano zeni: l'intervista
esserciweb edizione del 05-10-2011
Stefano Zeni è un fine musicista, compositore e arrangiatore, da anni si esibisce con differenti formazioni spaziando dalla musica moderna a quella jazz; dalla fusion a quella etnica; dalla cantautorale alla classica e folk. Incuriositi da tanta poliedricità l’abbiamo voluto incontrare, ecco cosa ci siamo detti.
Ogni viaggio, anche quelli musicali, possono contare su molti compagni. Quali i tuoi?
I miei compagni di viaggio per questa emozionante, e al tempo stesso, impegnativa avventura che compaiono accanto a me nell’album Passaggi circolari sono Guido Bombardieri, Mario Arcari, Antonio Prencipe, Eros Cristiani, Diego Maggi, Davide Dejana, Ellade Bandini, Joe Damiani, Maurizio Giannone e Massimo Zeni; in questo viaggio ognuno ha dato il proprio fondamentale apporto artistico.
Quando nasce Passaggi circolari?
Passaggi circolari nasce da una raccolta di brani scritti in un arco di tempo di 6 anni dal 2004 al 2010. Posso definirlo il mio diario degli ultimi tempi. Ogni brano per me rappresenta il ricordo di un periodo di vita. L’idea di realizzare l’album è venuta strada facendo. Diciamo che non ho avuto fretta e mi sono permesso il lusso di curarlo nei particolari.
Tu hai dichiarato che questo album è frutto di incontri, ascolti, passioni e riflessioni. Quali?
Gli incontri non sono mai casuali e quelli significativi ti arricchiscono a livello umano; l’amore e le amicizie portano con sé una carica di energia che esprime già musica. Gli ascolti sono fondamentali; noi siamo il risultato di ciò che ascoltiamo. Ho sempre ascoltato musica fin dalla prima infanzia a partire dalla classica, dal beat, dai cantautori, dal rock progressivo al folk, fino al jazz in tutte le sue forme, alla world music e a tutto ciò che è contaminazione. Le diverse passioni che punteggiano la nostra vita ci scuotono e ci segnano indelebilmente. Le passioni sono istinto, impulso, irragionevolezza; le riflessioni sono razionalità e cuore, probabilmente saggezza. Soprattutto nella composizione sento molto forti entrambe queste componenti. Dal vivo predomina sicuramente la passione.
Come si possono abbattere le barriere tra generi musicali?
I muri non hanno mai fatto bene e la storia ce lo insegna da sempre. Il purismo in campo artistico non dovrebbe esistere; invece, purtroppo, l’esigenza ancora forte di etichettare tutto o la paura infondata di perdere una certa identità ha creato queste barriere. A mio parere tali barriere possono essere abbattute con la sensibilità, con la curiosità, con l’apertura verso ciò che sembra diverso e lontano. Per fortuna un buon numero di musicisti negli ultimi decenni è riuscito in questo.
Dove sta andando la musica oggi? Riesci a soddisfare le esigenze di un pubblico abituato ad avere a disposizione tutto?
La musica che si sente su molte stazioni radiofoniche, piuttosto che al supermercato o al chiosco sulla spiaggia, purtroppo, molto spesso, ha solo la funzione di essere un vuoto sottofondo per un’umanità anestetizzata da ritmi frenetici e rapporti superficiali. Per fortuna esiste la rete dove si può conoscere e ascoltare buona parte di tutto ciò che il mondo musicale possa offrire. Sul nostro pianeta ci sono grandi musicisti per lo più quasi sconosciuti. Anche se oggi più che mai il pubblico è abituato ad avere a disposizione tutta la musica possibile e considerando che Passaggi circolari è un disco strumentale, mi auguro di soddisfare e di poter raggiungere oltre che gli appassionati del genere anche un pubblico più variegato che abbia la curiosità di scoprire sonorità forse meno convenzionali ma non per questo di minor dignità.
Quando nasce la tua passione per gli strumenti musicali non convenzionali?
Sono sempre stato attratto da tutto ciò che emette suono come il soffiare in una bottiglia semivuota oppure il passare il dito umido sul bordo di un bicchiere di cristallo semipieno. Per quanto riguarda gli strumenti musicali sono anni che mi sono avvicinato a strumenti come il dijdgeridoo o il bouzouki.
Cosa c’è nel tuo prossimo futuro professionale?
Sicuramente la voglia di portare il più possibile in giro quest’album dal vivo; e poi comporre, registrare e produrre altra musica per fissare le emozioni che vivo anche nella dimensione sonora. Un mio sogno sarebbe quello di incontrare uno alla volta tutti i musicisti che stimo di più di questo mondo per poterci suonare insieme.
(Elena Torre)
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"PASSAGGI CIRCOLARI", LA MUSICA METICCIA DI STEFANO ZENI, L'INTERVISTA DI FATTITALIANI: "CONTAMINAZIONE, LA MIA PAROLA D'ORDINE"
fattitaliani edizione del 04-10-2011
Il violinista e compositore Stefano Zeni ha da poco pubbicato il disco d'esordio "Passaggi circolari", che ha personalmente ideato e arrangiato: i temi delle undici tracce strumentali sono strutturati su ritmi dispari, cicli ritmici e contrappunti melodici, un mondo sonoro molto vicino a quello di Jean Luc-Ponty, Mauro Pagani, Pat Metheny e gli Area. Prodotto dall'etichetta tedesca YVP MUSIC, l'album è stato registrato presso BLUEFEMME STEREOREC di Montirone (Bs), mixato e masterizzato da Marco Franzoni, l'artwork firmato Dharma Ferrari mentre le fotografie sono di Andrea Leoni. Insieme a Stefano Zeni nel disco suonano Guido Bombardieri (sax), Antonio Prencipe (piano), Davide Dejana (basso), Joe Damiani (batteria e percussione) e Maurizio Giannone (percussioni). Partecipano, inoltre, come ospiti Ellade Bandini (batteria), Mario Arcari (oboe), Eros Cristiani (fender rhodes & synth), Diego Maggi (fender rhodes & synth) e Massimo Zeni (sequencer ed effetti elettronici). Fattitaliani lo ha intervistato.
Il disco è prodotto dall'etichetta tedesca YVP MUSIC: quelle italiane sono poco attente al genere musicale in questione?
Sono molto contento di essere prodotto dall' yvp music, storica etichetta tedesca di jazz europeo (Enrico Pieranunzi, Franco d'Andrea, Tiziana Ghiglioni solo per citare alcuni artisti presenti in catalogo). Ho semplicemente spedito una copia del master e Il signor York von Prittwitz, il titolare dell'etichetta, nel giro di pochissimi giorni ha alzato la cornetta per chiamarmi e dirmi che il lavoro gli piaceva molto pur non essendo propriamente jazz. È bastato un incontro per concludere l'accordo. Riscontri positivi li ho avuti anche da un'etichetta statunitense e da una belga. Le etichette italiane che ho contattato non hanno voluto neanche ascoltare cosa avevo da proporre. Non è questione di esterofilia, io vado dove vedo apertura, dove vedo umanità. Resta comunque il fatto che il genere che propongo è molto più diffuso all'estero rispetto all'Italia.
Le undici tracce strumentali di "Passaggi circolari" da quale "voce" sono accomunate e legate?
L'album racchiude la mia storia musicale e umana degli ultimi sette anni. Desideravo da tempo raccogliere le mie composizioni in un album. "Passaggi circolari" rappresenta tutto ciò. E' un lavoro meditato e ponderato nel tempo.
I "Passaggi" del titolo rappresentano il ritorno delle interazioni e relazioni umane?
"Passaggi" è un termine che può avere tanti significati; un passaggio conduce sempre da una parte all'altra o da una fase all'altra. Si pensa spesso al passato e al futuro, quasi mai al presente. Per me questi passaggi rappresentano il presente, la vita stessa e, in essa, le relazioni umane.
Musica moderna, jazz, fusion, etnica, cantautoriale, classica e folk: mai tentato di sposare solamente un genere in modo preponderante se non esclusivo?
Sono contro ogni purismo, soprattutto al giorno d'oggi. Contaminazione è la mia parola d'ordine, la musica "meticcia" è già il presente. Jean-Luc Ponty, il più rivoluzionario violinista moderno, pioniere nel jazz-rock e nella world music, anni fa mi consigliò di suonare musica country per sviluppare al massimo la tecnica dell'arco! Michael Brecker, per citare uno dei più influenti sassofonisti di tutti i tempi, nella sua carriera ha collaborato con i più grandi jazzisti mondiali ma anche con artisti del calibro di Paul Simon, Dire Straits e molti altri esponenti di musica non propriamente jazz. Io cerco di andare in quella direzione.
Oltre al violino suona la viola, il bouzouki, il mandolino, il dijdgeridoo ed altri strumenti a corda, tasti e fiato: potrebbe ad ogni strumento associare una sensazione, un aggettivo o un colore?
viola: essendo già un colore potrei definirla profonda; bouzouki: vibrazione mediterranea-orientale; mandolino: sottile, cristallino; dijdgeridoo: trance vibrazionale.
Fra i tanti nomi con cui ha lavorato ce n'è qualcuno che in modo particolare l'ha incoraggiata per questo disco d'esordio?
Direi che tutti gli amici musicisti presenti in queso disco hanno da subito creduto e appoggiato pienamente il progetto. Ognuno di loro con la propria sensibilità musicale ha contribuito a realizzarlo.
Come ha vissuto la fase preparatoria, la registrazione e il lancio del disco?
Ricordo perfettamente tutte le varie fasi. Dalla scrittura molto dilatata nel tempo, agli arrangiamenti, la preproduzione fatta in casa, il coinvolgimento dei musicisti, la registrazione in studio, il mixaggio, il mastering, la ricerca dell'etichetta, il lancio del disco... Ognuna di queste fasi, nonostante alcune normali difficoltà riscontrate, mi ha dato una particolare emozione e uno slancio per andare avanti. Il lancio del disco lo sto vivendo ora; dopo gioie e fatiche ecco i primi risultati! (Giovanni Zambito)
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esce "Passaggi Circolari" del violinista Stefano Zeni
all about jazz edizione del 19-09-2011
E' disponibile nei negozi tradizionali, su iTunes e negli altri digital store, “PASSAGGI CIRCOLARI” (YVP MUSIC), il nuovo disco del violinista e compositore STEFANO ZENI. Insieme a lui nel disco suonano Guido Bombardieri (sax), Antonio Prencipe (piano), Davide Dejana (basso), Joe Damiani (batteria) e Maurizio Giannone (percussioni). Partecipano, inoltre, come ospiti Ellade Bandini (batteria), Mario Arcari (oboe), Eros Cristiani (fender rhodes & synth), Diego Maggi (fender rhodes & synth) e Massimo Zeni (sequencer ed effetti elettronici).
Il disco “PASSAGGI CIRCOLARI”, ideato e arrangiato da STEFANO ZENI, raccoglie undici tracce strumentali i cui temi sono strutturati su ritmi dispari, cicli ritmici e contrappunti melodici, un mondo sonoro molto vicino a quello di Jean Luc-Ponty, Pat Metheny e il jazz-rock italiano.
“Sia umanamente che musicalmente questo album è frutto di incontri, ascolti, passioni e riflessioni che hanno segnato la mia vita sino a oggi. L’esistenza è nel suo complesso punteggiata da una miriade di passaggi che conducono da una fase all’altra attraverso essa; questi passaggi possono essere lineari o circolari. La circolarità della vita, della storia, dell’universo e della musica guarda al futuro non dimenticando mai le proprie origini.
Mi piace pensare di abbattere le barriere tra i generi musicali miscelando semplici melodie con la spontanea freschezza dell’improvvisazione jazz, la raffinatezza ritmica della fusion e il calore della world music.”
Il disco è prodotto dall’etichetta tedesca YVP MUSIC, mentre la produzione artistica e gli arrangiamenti sono a cura di STEFANO ZENI. L’intero album è stato registrato presso BLUEFEMME STEREOREC di Montirone (Bs), mixato e masterizzato da Marco Franzoni, l’artwork è firmato Dharma Ferrari mentre le fotografie sono di Andrea Leoni.
Nato a Milano il 30 dicembre 1974, STEFANO ZENI si diploma in violino presso il conservatorio di Trento nel 1997 guidato da Elena Laffranchi. Nell’estate del 1999 frequenta i seminari senesi di musica jazz con Bruno Tommaso e Gianluigi Trovesi. Nel 2004 si diploma in musica Jazz presso il conservatorio di Brescia sotto la guida di Corrado Guarino.
Musicista, compositore e arrangiatore, si esibisce in diverse formazioni di musica moderna, jazz, fusion, etnica, cantautorale, classica e folk. Negli anni ha suonato a fianco di numerosi musicisti, tra i quali Sandro Gibellini, Pier Michelatti, Fulvio Sigurtà, Mauro “Otto” Ottolini, Roberto Bonati, Roberto Dani, Beppe Caruso, Kyle Gregory, Giulio Visibelli e Riccardo Tesi. STEFANO ZENI, inoltre, volge il suo interesse ad altri strumenti, imparando a suonare anche la viola, il bouzouki, il mandolino e il dijdgeridoo.
Attualmente collabora con Ellade Bandini, Mario Arcari, Giorgio Cordini, Eros Cristiani, Antonio Prencipe, Guido Bombardieri, Vincenzo “Titti” Castrini, la Compagnia della Vocata, Corimè, Isaia & L’Orchestra di Radio Clochard. STEFANO ZENI ha composto, registrato e rappresentato, con la flautista Angela Citterio, la commedia musicale “La Piana delle Anguane” su testo di Raffaella Benetti.Polistrumentista, oltre al violino suona la viola, il bouzouki, il mandolino, il dijdgeridoo ed altri strumenti a corda, tasti e fiato.
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«il pop lo lascio agli altri, a me piace di più pensare da musicista»
cronaca qui (MI) edizione del 15-09-2011
Ritmi dispari, cicli ritmici, contrappunti melodici. Mica così, tanto per suonare. "Passaggi circolari" (esce oggi su etichetta YVP Music, opera prima del violinista e compositore Stefano Zenì - milanese, classe '74 - raccoglie undici tracce strumentali i cui temi rievocano un percorso sonoro importante, con chiari riferimenti stilistici al mondo di Jean-Luc Ponty, Mauro Pagani e degli Area. Uno scrigno prezioso in cui l'artista ha scelto di racchiudere, dopo una pignola e attenta scrematura, i propri inediti .
Quasi due anni di lavoro. Com'è nata l'idea di questo cd e cosa intende per "passaggio circolare"?
«Si parla di retta via o di chi ragiona in modo lineare: io preferisco il mondo circolare e la circolarità della vita, della storia, dell'universo e della musica. Guardare al futuro non dimenticando mai le proprie origini».
Non ha mai pensato di barattare tanta tenacia con un successo più immediato, e di seguire la via del pop?
“No. Il successo fa gola a tutti, ma io preferisco ancora ragionare da musicista. Se fossi un autore firmerei con piacere pezzi per altri, ma mettendoci la faccia preferisco realizzare progetti più di nicchia e sentirmi sempre me stesso”.
Papà la lasciava strimpellare già a tre anni la sua tastiera. Ricorda il primo amore musicale?
“Fabrizio De André. Oggi mi sento un privilegiato a lavorare con il grande musicista Ellade Bandini, che per tanti anni ha suonato al suo fianco”.
Ci sarà in un prossimo futuro un disco non solo strumentale?
“Non credo, la voce, la uso ma solo per accompagnare con dei vocalizzi i miei pezzi. Non mi sento il Branduardi della situazione, anche se lo stimo e ci accomunano i tanti ... Capelli”.
Non solo violino,ma anche Dìjdgeridoo:come è avvenuto l'approccio con questo strumento?
“Avevo letto in un libro sull'Australia che per gli aborigeni è uno strumento sacro. Cinque anni fa mi è stato regalato (un metro e mezzo di strumento) e in soli quattro giorni ho imparato la tecnica della respirazione circolare. Volevo suonarlo in questo disco, ma non c'è stata occasione. Sarà per il prossimo”.
Dove potremo ascoItarla dal vivo?
."Il 15 ottobre al Teatro Centro Lucia di Botticino, il 27 allo Spazio Musica di Pavia, accompagnato dalla formazione al completo e il10 novembre in trio a La Brace di Rovereto. Spero si aggiungeranno presto nuove tappe”.
"Passaggi circolari" è stato registrato presso il Bluefemme Stereorec di Montirone insieme ai musicisti Guido Bombardieri al sax, Antonio Prencipe al pianoforte, Davide Dejana al basso, Joe Damiani alla batleria e percussioni e Maurizio Giannone alle percussioni. Special guests del progetto diversi nomi illustri, tra cui spiccano il già citato Bandini e Mario Arcari. Per conoscere meglio il mondo di questo giovane polistrumentista, basta sfogliare il sito www.stefanozeni.com. (Sonja Annibaldi)
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Zeni Stefano e la voce fusion del violino
il giornale di brescia edizione del 15-09-2011
Esce oggi «Passaggi circolari», primo disco solista dell'uomo con l' archetto
• Suonare ... sotto padrone può regalare grandi soddisfazioni. Non c'è che dire. Ma vuoi mettere a essere il boss, il leader della banda? Stefano Zeni lo ha fatto. Ha smesso i panni del sìdeman per regalarsi «Passaggi circolari», suo esordio discografico da oggi disponlbile in negozi, digital store e su ITunes. «Un disco - spiega il violinista - in cui ho messo a frutto anni di lavoro e dl scrittura musicale, facendornl guidare da molte influenze e senza mettere un freno alla creatività», il cd, prodotto dalla tedesca «Yvp Music», profuma dì jazz rock e world music, avvicinando Zeni a mondi popolati da giganti quali Weather Report, Chìck Corea o Pat Metheny, "C'è sicuramente un approccio jazzistico - conferma Stefano -, anche perché, pur lavorando su brani ben strutturati, ho detto al musicisti che mi hanno accompagnato dì esprimersi liberamente, specie negli assoli. II risultato è davvero buono». Tra gli ospiti di “Passaggi Circolari” Ellade Bandini, Guido Bombardieri e il «nostro» Joe Damiani. Del resto Zenl è qualcosa più di un bresciano d'adozione. «Qui ho trovato un terreno musicalmente molto fertile: infatti ho registrato il cd al Bluefemme Stereorec di Montirone». Protagonista domenica alle X giornate, Zeni presenterà il cd il prossimo 15 ottobre al teatro Centro Lucia dì Botticino. «Ci saranno parecchi dei rnusicisti presenti nel cd: sarà uno spettacolo da non perdere».(ramp)
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STEFANO ZENI - PASSAGGI CIRCOLARI - premiera już w czwartek
blogbox.com.pl - jazz gazeta edizione del 14-09-2011
A partire dal 15 settembre sarà disponibile nei negozi tradizionali, su iTunes e negli altri digital store, “PASSAGGI CIRCOLARI” (YVP MUSIC), il nuovo disco del violinista e compositore STEFANO ZENI. Insieme a lui nel disco suonano Guido Bombardieri (sax), Antonio Prencipe (piano), Davide Dejana (basso), Joe Damiani (batteria e percussione) e Maurizio Giannone (percussioni). Partecipano, inoltre, come ospiti Ellade Bandini (batteria), Mario Arcari (oboe), Eros Cristiani (fender rhodes & synth), Diego Maggi (fender rhodes & synth) e Massimo Zeni (sequencer ed effetti elettronici).
Il disco “PASSAGGI CIRCOLARI”, ideato e arrangiato da STEFANO ZENI, raccoglie undici tracce strumentali i cui temi sono strutturati su ritmi dispari, cicli ritmici e contrappunti melodici, un mondo sonoro molto vicino a quello di Jean Luc-Ponty, Mauro Pagani, Pat Metheny e gli Area.
“Sia umanamente che musicalmente questo album è frutto di incontri, ascolti, passioni e riflessioni che hanno segnato la mia vita sino a oggi. L’esistenza è nel suo complesso punteggiata da una miriade di passaggi che conducono da una fase all’altra attraverso essa; questi passaggi possono essere lineari o circolari. La circolarità della vita, della storia, dell’universo e della musica guarda al futuro non dimenticando mai le proprie origini.
Mi piace pensare di abbattere le barriere tra i generi musicali miscelando semplici melodie con la spontanea freschezza dell’improvvisazione jazz, la raffinatezza ritmica della fusion e il calore della world music.”
Il disco è prodotto dall’etichetta tedesca YVP MUSIC, mentre la produzione artistica e gli arrangiamenti sono a cura di STEFANO ZENI. L’intero album è stato registrato presso BLUEFEMME STEREOREC di Montirone (Bs), mixato e masterizzato da Marco Franzoni, l’artwork è firmato Dharma Ferrari mentre le fotografie sono di Andrea Leoni.
Nato a Milano il 30 dicembre 1974, STEFANO ZENI si diploma in violino presso il conservatorio di Trento nel 1997 guidato da Elena Laffranchi. Nell’estate del 1999 frequenta i seminari senesi di musica jazz con Bruno Tommaso e Gianluigi Trovesi. Nel 2004 si diploma in musica Jazz presso il conservatorio di Brescia sotto la guida di Corrado Guarino.
Musicista, compositore e arrangiatore, si esibisce in diverse formazioni di musica moderna, jazz, fusion, etnica, cantautorale, classica e folk. Negli anni ha suonato a fianco di numerosi musicisti, tra i quali Sandro Gibellini, Pier Michelatti, Fulvio Sigurtà, Mauro “Otto” Ottolini, Roberto Bonati, Roberto Dani, Beppe Caruso, Kyle Gregory, Giulio Visibelli e Riccardo Tesi. STEFANO ZENI, inoltre, volge il suo interesse ad altri strumenti, imparando a suonare anche la viola, il bouzouki, il mandolino e il dijdgeridoo.
Attualmente collabora con Ellade Bandini, Mario Arcari, Giorgio Cordini, Eros Cristiani, Antonio Prencipe, Guido Bombardieri, Vincenzo “Titti” Castrini, la Compagnia della Vocata, Corimè, Isaia & L’Orchestra di Radio Clochard. STEFANO ZENI ha composto, registrato e rappresentato, con la flautista Angela Citterio, la commedia musicale “La Piana delle Anguane” su testo di Raffaella Benetti.
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segnalazioni discografiche: isaia & l'orchestra di radio clochard - lo spacciatore di serenate
AdORECCHIO edizione del 01-04-2011
L’Isaia titolare dell’intestazione altri non è che il cantautore bresciano Isaia Mori, ben noto ai frequentatori di locali e ribalte locali soprattutto per il suo progetto Nunc bibendum est, band che ha animato la verace scena ska sino ad una decina di anni fa. Al suo nuovo progetto datato 2009 – questa Orchestra di RadioClochard – partecipano Stafano Caprini, alla fisarmonica, Giovanni Scalvini, al basso, Antonio D’Alessandro, al banjo, Gabrieli Mitelli, alla tromba e Paolo Rodriguez Decca, alle percussioni. La passione per lo ska ancora risuona nelle corde del cantautore, ma più come spirito di fondo, un combustibile che brucia nella caldaia, ma (ri)mescolato a nuovi additivi che conducono la locomotiva musicale a sferragliare lungo un immaginario folk-rock. In questo Spacciatore di serenate si scontrano-incontrano spunti da ogni dove, influenze balcaniche e country, echi di Mercanti di liquori e Modena city ramblers, valzer e milonghe, ben “spacciate” anche dai numerosi ospiti, da Andrea Casarotto a Giorgio Signorile, da Flaminio Valseriati a Carlo Poddighe, con una particolare menzione di merito per il violino di Stefano Zeni. (Luigi Radassao)
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due super live per isaia mori e l'orchestra di radio clochard
bresciadomani.net edizione del 12-03-2011
Nuovi appuntamenti per una settimana all’insegna della musica dal vivo che vedrà esibirsi Isaia Mori e l’Orchestra di Radio Clochard con il loro straordinario sound. Si comincia domenica 13 marzo con un concerto presso lo storico locale bresciano “Seconda classe” alle 23,30. Si continua l’happening musicale mercoledì 16 con un altra sessione, questa volta per celebrare la “Notte tricolore” in programma al Teatro Centro Lucia in via Longhetta a Botticino Sera (Brescia) nel’ambito della manifestazione che dalle 19.00 in poi è chiamata a celebrare i 150 anni dell’unità di Italia. Per entrambi i concerti, special guest lo straordinario violinista Stefano Zeni, milanese di nascita ma oramai adottato dal lago di Garda. E’ un momento d’oro per la band bresciana che è impegnata in questi giorni nel completamento del videoclip di una loro hit “Aspettando l’una” diretto da Andrea Cominoli e registrato tra le vie e le piazze della città.
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il pianoforte di principe con il violino di zeni
l'arena edizione del 12-01-2010
JAZZ IN CAREGA. Suonano stasera. La dimensione cameristica del duetto non tragga in inganno: la loro è una musica piena di mordente
Si ascoltano classici e standard nel concerto di stasera mercoledì (alle 20,30) all'osteria La Carega dove, per la rassegna "Jazz in Carega", suona il duo formato dal violinista Stefano Zeni e dal pianista Antonio Principe. La dimensione cameristica e un po' aulica del duetto non deve trarre in inganno: i due musicisti suonano una musica che sa essere piena di mordente. Zeni, originario della provincia di Brescia, ha già suonato in varie occasioni a Verona collaborando in particolare con gruppi dediti alla tradizione manouche e al gipsy jazz. La sua esperienza non si limita però a quel ristretto ambito, visto che, dopo il diploma in musica jazz, ha collaborato con alcuni grandi specialisti del jazz e della musica folk suonando con Sandro Gibellini, Riccardo Tesi e Guido Bomabardieri. Principe è un musicista jazz a tutto tondo che, dopo un iniziale studio del piano classico, è stato folgorato dall'ascolto del grande caposcuola di Toronto, da cui ha ereditato pronuncia, esuberanza melodica e gusto per la limpidezza e per la frase tornita. Dopo essersi diplomato in musica jazz, ha vinto nel 2004 il primo premio al concorso "Maurizio Lama" e, tre anni fa, l'ambitissimo premio, riservato a giovani esordienti, intitolato a Massimo Urbani.
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stefano zeni: “per la musica metto in gioco tutto me stesso”
il giornale di brescia edizione del 14-04-2009
Non basta uscire dal Conservatorio per intraprendere la strada del musicista di professione, perchè – oltre alla tecnica – servono altre qualità, che ti permettono di non mollare al primo ostacolo. Stefano Zeni – polistrumentista milanese (ma gardesano di adozione) di violino, viola, bouzouki, mandolino e altri strumenti a corda, a tasti e a fiato – sa cosa vuol dire mettere fantasia e cuore nelle melodie e, soprattutto, mettersi in gioco. Una laurea in Scienze agrarie e un posto fisso di lavoro non valgono la libertà di suonare il violino in giro per il mondo... Due album usciti nelle ultime settimane e collaborazioni prestigiose (ad esempio con Giorgio cordini, Ellade Bandini, Sandro Gibellini...) rappresentano solo una parte del mondo professionale di Zeni, che è anche uno stimato compositore versatile e collabora con diverse formazioni di musica moderna, jazz, fusion, etnica, cantautorale, classica e folk. “Fortunatamente il violino nel campo moderno della musica non è ancora inflazionato – spiega Stefano – e, nonostante il mio diploma conseguito al Conservatorio di Trento sia di ispirazione classica, mi sono successivamente diplomato in musica Jazz al Conservatorio di Brescia, perchè penso che non esista più alcuna barriera tra i vari generi”. Parlaci dei due album appena usciti... “La Piana delle Anguane” è una commedia musicale in un atto. Il testo è di Raffaella Benetti, mentre la musica è stata scritta dal sottoscritto e dalla flautista Angela Citterio (primo flauto solista dell'orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano). Album a metà tra fiaba moderna e opera, sospesa tra musica lirica, classica, popolare, jazz, pop. Poi ecco “Riklim”, un cd di cinque tracce strumentali (bossa nova, jazz, pop) e due canzoni cantate in lingua portoghese dalla brava Daniela Savoldi, impegnata anche al violoncello, mentre Marco Buccio alla fisarmonica, Max Comincini alla batteria ed io al violino completiamo la formazione. Ricordiamo altre (tra le tante...) tue collaborazioni significative: con i Pinky Project con l'album “Tecnoevo”, con l'Irlandese Dave McAdam con l'album “Free Sailor”, con i Corimè, eccellente band di musica napoletana. Hai uno spirito ulissiade... Le mie vacanze le trascorro in giro per il mondo a suonare, anche in strada, perchè lì ho visto gente che apprezzava la musica. Mi sono preso anche soddisfazioni nei teatri di Parigi, Berlino e un primo posto vinto in un concorso in Polonia, insieme ai Corimè. Cosa consigli ai giovani che vogliono intraprendere seriamente la strada del musicista? Impegnatevi, perchè la musica non ve la regala nessuno. Bisogna amarla e conoscerla, ma per questo servono anni di studi. Si raccoglie solo dopo una buona semina. Io ci ho creduto davvero, ed oggi mi ritengo soddisfatto. Solo così la musica può essere la medicina dell'anima. E per chi volesse saperne di più: www.stefanozeni.com e www.myspace.com/stefanozenimyspace. (Andrea Croxatto)
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la compagnia della vocata, il Tavoliere delle alpi, autoproduzione, 2009
brescia musica edizione del 01-04-2009
Sulla scia del rinnovato interesse per la musica popolare, La Compagnia della Vocata ci propone un Cd che ha l'intento, come si percepisce dal titolo e come recitano le note di copertina, “di unire l'Italia, musicalmente parlando, per far sentire come questa musica, al di là delle influenze che ha subito, stia bene in qualsiasi contesto, sia caldo e maroso sia freddo e montagnoso”. Il progetto nasce da un'attenta e approfondita ricerca sulle radici della musica popolare dell'Italia meridionale, dalle pizziche alle tarantelle, dai canti dei pastori alle ninna nanne, effettuato dai tre musicisti che, anche se provengono da esperienze musicali diverse, riescono a trovare un intento ed un amalgama espressivo notevoli. L'ensamble è formato da Enzo Santoro, anima portante del progetto, che suona flauto, chitarra e tamburello, Stefano Zeni, violino e Davide Bonetti, fisarmonica, organetto e percussioni. La musica scorre piacevole e si muove con gusto e maestria, con il giusto equilibrio tra tradizione e modernità non disdegnando una punta di improvvisazione che dà possibilità soprattutto al violino di Stefano Zeni, ottimo jazzista, di emergere. Un Cd fresco e maturo da ascoltare assolutamente. Per informazioni: info@alchechengi.org. (Gaspare Bonafede)
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la piana delle anguane, autoproduzione, 2009.
brescia musica edizione del 01-04-2009
Non sempre è facile imbattersi in un'opera che tratti una fiaba, originale in questo caso, con un intento serio e un contesto musicale di alto livello. La Piana delle Anguane lo fa ed il risultato è qui davanti ai nostri occhi o ancor meglio alle nostre orecchie. L'opera è nata anni fa nella mente di due studenti di jazz del Conservatorio di Brescia, Angela Citterio, flauto, e Stefano Zeni, violino, e con il passare del tempo ha preso forma coinvolgendo altri musicisti, cantanti e attori. Spettacolo a metà tra fiaba e opera moderna, La Piana delle Anguane è sospesa tra musica lirica, classica, popolare, jazz e pop, tutte trattate con competenza e serietà formale anche se prevale nei musicisti e negli attori recitanti, a mio modo di vedere, la capacità di interagire, di essere liberi interpreti e stimolatori reciproci per far sì che, pur all'interno di ognuna di queste strutture, si possa essere in grado di apportare il proprio stile musicale, la propria interpretazione e capacità espressiva, facendo in modo che il prodotto finale sia moderno nella tessitura sonora, lirico nelle forme espressive e rigoroso nella struttura. Un Cd che consiglio quindi vivamente non solo ad insegnanti ed operatori scolastici, ma a tutti gli appassionati della buona musica. La fiaba è in un atto su libretto di Raffaella Benetti e musiche di Angela Citterio e Stefano Zeni. Regia: Raffaella Benetti. Personaggi ed interpreti: Giacomino, Marco Ferrari (tenore); Anguana, Nadia Engheben (soprano); narratore, Raffaella Benetti. Ensemble: Angela Citterio, flauto; Stefano Zeni, violino; Lorenza Pollini, arpa; Marco Buccio, fisarmonica; Marco Gamba, basso elettrico e contrabbasso; Max Comincini, batteria e vibrafono. La storia narra l'avventura di Giacomino, un ciabattino che vive in un tempo indefinito in un indefinito villaggio della Lessinia orientale. Ha una voce incantevole. Purtroppo, alle sue abilità canore si contrappone un fisico deforme. In una delle sue solitarie passeggiate nei boschi, la notte del solstizio d'estate, arriva nella zona chiamata “La Piana delle Anguane”. Ormai da tempo gli umani hanno trasformato le anguane in elementi pericolosi per la propria salute fisica e mentale. E così, quesgli esseri magici hanno interrotto ogni rapporto con l'umanità e se ne stanno rinchiusi nei loro meravigliosi regni sotterranei. Ma grazie alle sue doti canore, Giacomino riesce ad entrare in contatto con loro e ad essere ammesso nel loro meraviglioso mondo sotterraneo. La fiaba si conclude allegoricamente in un crescendo di musica e voci. Per contatti, Stefano Zeni; e-mail: zenistefano@tin.it; pagina web: www.stefanozeni.com. (Gaspare Bonafede)
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“for django” con il gypsy project il quartetto del chitarrista “rilegge” il jazz manouche di reinhardt
l'arena edizione del 05-12-2008
Si chiama “For Django”, e si presenta come un concerto molto interessante quello in programma stasera, alle 22, alla Fontana di Avesa. Il chitarrista gianni Tomazzoni proporrà il suo nuovo Gypsy Project, affiancato da altre chitarre jazz, nelle mani di Rudy Speri ed Enrico Terragnoli. In più, un giovane violinista lombardo in grande ascesa a livello nazionale, Stefano Zeni. Il quartetto ha concentrato la sua attenzione sul jazz manouche di Django Reinhardt e Stephane Grappelli, “aggiornando” peraltro quella contaminazione particolare tra elementi gitani e swing all'attualità di musicisti come Bireli Lagrene, Angelo Debarre, Stochelo Rosemberg, tutti talentuosi continuatori del “gypsy jazz” zingaro incarnato in termini ineguagliabili, anche dal punto di vista iconografico e leggendario, da Django. Chitarrista, compositore, arrangiatore, docente e divulgatore, Gianni Tomazzoni gode di fama a livello nazionale. Autodidatta estremamente precoce, si è fatto una solida gavettafrequentando seminari e corsi di musicisti come Pa Metheny, Bill Frisell, George Russell, Dave Holland, Steve Vai, e di chitarristi italiani come Andrea Braido e Dody Battaglia dei Pooh. Nel 2001, la rivista “Chitarre”, gli ha assegnato il riconoscimento di “miglior chitarrista emergente del jazz italiano”. Stefano zeni, diplomato in violino e musica jazz ai conservatori di Brescia e Trento, è a sua volta compositore ed arrangiatore versatile già a fianco, in concerto e in sala d'incisione, di musicisti come Giorgio Cordini, Ellade Bandini, Sandro Gibellini, Riccardo Tesi, Mario Arcari. (B. M.)
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un commosso tributo a de andrè
la provincia pavese edizione del 10-05-2007
Fraschini, le emozioni con il concerto dei «Mille anni ancora»
PAVIA. Il Fraschini si è riempito per il concerto dei Mille anni ancora. Ragazzi ed ex ragazzi hanno cantato, si sono commossi, hanno tenuto il tempo e si sono goduti un tributo a Fabrizio De Andrè che non sarà dimenticato. L'emozione era palpabile e le aspettative non sono state deluse: la band, composta dai musicisti di Fabrizio Giorgio Cordini, Ellade Bandini e Mario Arcari, insieme ai giovani Alessandro Adami, Enrico Mantovani, Stefano Zeni ed Eros Cristiani, ha saputo convogliare l'energia della sala in un crescendo che si è concluso con il boato finale e la chiamata degli artisti sul palco per un bis e un tris degni di Spaziomusica più che di un composto teatro settecentesco. Geniale l'idea di suonare “La guerra di Piero” solo strumentale. Ha aperto la serata Antonio Sacchi, presidente del Teatro: «Sono uno di quei ragazzi che ascoltava De André in modo carbonaro» ha detto con emozione, e ha continuato: «I poeti non se ne vanno mai, non ci lasciano mai soli, e accompagneranno anche chi verrà dopo di noi». Il concerto è iniziato con le note mediterranee di Creuza de Mä. Il pubblico si è scaldato con Don Raffaè e la Rimini di Angiolina, mentre molte mani si sono intrecciate sulle note della Canzone dell'Amor perduto accolta da un lungo applauso commosso. Difficile star fermi con Via del Campo e Fiume Sand Creek, mentre grazie al violino di Stefano Zeni non era solo Marinella a «fremere». Piero Milesi è salito sul palco con il violoncello per Disamistade. «Una volta che cercavo di tranquillizzare Fabrizio prima di salire sul palco mi ha sfidato a suonare con lui ad Assago. Poi non sono andato ma per lui «chi non accetta una sfida ha perso in partenza e nel peggiore dei modi», e voglio pagare i miei debiti», ha spiegato. Il concerto si è concluso con Volta la carta e Il pescatore, ma il pubblico in delirio ha strappato altre due uscite sul palco. (a.gh.)
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manerbio Jazz da domani al via
la provincia di cremona edizione del 08-11-2006
MANERBIO (Bs) — Prenderà il via domani sera al teatro Politeama l’undicesima edizione del Manerbio Jazz Festival, tre giorni di concerti organizzati dall’Assessorato alla cultura e sotto la direzione artistica di Umberto Fanni. Ilcartellone è di assoluto interesse: si inizia con gli Indigo4 di GianlucaPetrella, un quartetto capitanato dal trombonista pugliese, una formazione capace di unire il senso più vivo della tradizione jazzistica con le istante più attuali del suono contemporaneo. Tra sarabande in stile dixieland, musica alternativa e tracce sotterranee di elettronica, la formazione rimescola le carte del jazz in un meltin’pot di grande fascino. Il secondo appuntamento, la sera di giovedì 16 novembre, sarà con un Omaggio a Nunzio Rotondo condotto sul palco dal Brixia Art Project, una sorta di big band dieci elementi (tra cui Sandro Gibellini, Guido Bombardieri e Stefano Zeni) a cui si sommeranno la partecipazione di Kyle Gregory, solistae acclamato direttore di molte orchestre jazz della scena americana ed europea, e la voce recitante di Carlo Rivolta. Il concerto vuole rende omaggio alla «risposta italiana a Miles Davis»— come lo definì Figaro dopo un celebre concerto — un vero monumento del jazz italiano chiamato niente meno che da Duke Ellington a suonare sullo stesso palco durante un tour in terra italiana. In onore del grande trombettista, recentemente omaggiato anche del Premio della carriera, suona un ‘gruppo/progetto’ nato dall’unione di musicisti dagli orientamenti profondamente diversi e votati a una straordinaria attitudine per il sincretismo musicale. Il gran finale—stavolta rivolto a una fetta di pubblico non esclusivamente composta da amanti del jazz — è programmato per mercoledì 29 novembre, quando Un incontro di jazz porterà nello stesso teatro Gino Paoli e un super-gruppo composto da FlavioBoltro alla tromba, Danilo Rea al pianoforte, RosarioBonaccorso al contrabbasso e Roberto Gatto alla batteria. Tra grande jazz all’italiana (suonato da alcuni dei migliori musicisti del panorama del Bel Paese) e canzone d’autore, quello di Paoli è un live che si preannuncia come entusiasmante. In scaletta figurano brani storici: Il cielo in una stanza, Che cosa c’è, Myfunny Valentine, All ofMeeLa ragazza di Ipanema. Le canzoni verranno riproposte o rivisitate rigorosamente in chiave jazz. Emozioni e virtuosismi sono assicurati.
● PREVENDITE. I biglietti sono reperibili presso l’UfficioCultura del Comune di Manerbio, Top Music, sempre a Manerbio, oppure alla Libreria Punto Einaudi di Brescia. Il costo dei biglietti varia tra gli 8 (ridotto) e i 15 euro. Tutti i concerti avranno inizio alle ore 21 e si terranno al Politeama di piazza Bianchi. Manerbio Jazz, nelle edizioni passate, ha già portato a pochi chilometri da Cremona artisti come Stefano Bollani, Miles Evans, Enrico Rava, Paolo Fresu. (Luca Muchetti)
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iseo celebra il cinema con un festival jazz
corriere della sera edizione del 14-07-2004
E' dedicata ai rapporti fra musica e cinema la dodicesima edizione di Iseo Jazz che entra nel vivo domani al lido di Sassabanek, dul lago di Iseo nella cittadina omonima. Sviluppato per una settimana abbondante, fino al 22, il festival concentra le serate più accattivanti (le uniche a pagamento) dal 15 al 17, con due diversi gruppi a sera. Ad aprirle è stato chiamato il raffinato duo formato da Arrigo Cappelletti (pianoforte) e Giulio Visibelli (sax), recenti autori di un album intitolato al “Monello” di Charlie Chaplin. Subito dopo Enrico Pieranunzi eseguirà in quintetto i suoi omaggi a Federico Fellini e riceverà la targa “Pino Candini” come miglior jazzista italiano dell'anno secondo il referendum della rivista “Musica Jazz”. Venerdì si ascolterà il gruppo pugliese “La banda degli onesti” in una pittoresca rivisitazione della figura di Totò, mentre al trio internazionale del pianista Antonio Faraò è stato chiesto, in un progetto appositamente commissionato da Iseo, d'interpretare i temi di John Williams, celeberrimo autore di “Guerre stellari” e di tante altre colonne sonore. E una commissione del Festival è anche quella che aprirà la serata di sabato, “Cinemascope”: carta bianca a Stefano Bollani, in piano solo, per creare una suite con i temi più evocativi dell'intera storia del cinema. L'insolito quintetto del contrabbassista Roberto Bonati, con Stefano Zeni al violino e Riccardo Luppi a flauto e sassofoni, chiuderà questa prima fase della manifestazione: Bonati proporrà le musiche da lui scritte per diverse pellicole italiane. Ma Iseo Jazz proseguirà con altre serate gratuite destinate ad approfondire il tema di questa edizione. (Claudio Sessa)